In qualità di ex ministro della Sanità, come è Rosy Bindi, mi sento invece di condividere la posizione espressa dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin circa la corretta interpretazione della legge 194. Sono in campo tutti i diritti costituzionalmente garantiti: la tutela della salute, il diritto all’obiezione di coscienza e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alle istituzioni e nelle istituzioni. Avviare pratiche concorsuali discriminatorie ne costituisce una violazione. La 194 è legge dello Stato e in quanto tale va rispettata soprattutto da parte chi ricopre il ruolo di Ministro della Salute. A tal fine il Servizio Sanitario Nazionale ha tutte le caratteristiche, per rendere accessibili e praticabili le prestazioni presso le sue strutture. L’autodeterminazione della donna è una dolorosa scelta che a Roma e nel Lazio è possibile accompagnare, tutelando la sicurezza della salute. Non è concepibile che difronte ad una insorgente difficoltà s’ invochino nuove leggi.La L.194 ha raggiunto un tale livello fra prevenzione dell’aborto e garanzia per la salute della donna che non deve essere continuamente attaccato per motivi politici o ideologici.