Cinema, è morto l’attore Gastone Moschin: l’indimenticabile architetto Melandri di «Amici miei»

Cinema, è morto l’attore Gastone Moschin: l’indimenticabile architetto Melandri di «Amici miei»

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Se ne è andato anche l’ultimo amico di amici miei . A 88 anni è morto Gastone Moschin, l’attore che è entrato nel nostro immaginario (comico e amaro) collettivo con l’architetto Rambaldo Melandri, compagno di zingarate con i suoi inseparabili quattro amici. Era nato l’8 giugno 1929 a San Giovanni Lupatoto (Verona) e si è spento nel pomeriggio di lunedì nell’Ospedale Santa Maria di Terni dove era ricoverato da qualche giorno. A dare l’annuncio su Facebook è stata la figlia Emanuela.

Intraprende la sua carriera negli anni cinquanta come attore teatrale, facendo parte prima della Compagnia del Teatro Stabile di Genova e del Piccolo Teatro di Milano, poi collaborando con il Teatro Stabile di Torino (Zio Vanja, di Čechov,1977; I giganti della montagna, diPirandello, 1979). Sempre di Čechov, nel1968 ha interpretato il ruolo di Lopachin ne Il giardino dei ciliegi, sotto la regia di Mario Ferrero.

Dopo gli esordi come attore di teatro(a Genova e Milano), Gastone Moschin raggiunse il successo come interprete della commedia all’italiana, diretto da registi,come Marco Ferreri, Damiano Damiani, Nanni Loy, Luigi Zampa e Pietro Germi che gli cucì un ruolo perfetto nel corale «Signore & signori» (1965), una satira feroce sull’ipocrisia della provincia italiana nella stagione del boom economico. Attore poliedrico e trasformista, con quella faccia da uomo medio che spesso si trasformava in un punto interrogativo, Moschin alternò i generi, passando dagli spaghetti western di Corbucci («Gli specialisti», 1969) al dramma in cui Bertolucci rilesse il romanzo di Moravia («Il conformista», 1970). Ma è la commedia all’italiana a dargli la grandissima popolarità, a far diventare «il» Melandri (l’articolo è d’obbligo) un personaggio nazional popolare, riconosciuto, citato e imitato ancora oggi a distanza di oltre 40 anni

protagonista, al fianco di Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Adolfo Celi e Duilio Del Prete, della trilogia di Amici miei. Il primo film, diretto daMario Monicelli, esce nel 1975 e si classifica al primo posto negli incassi della stagione. Tanto per citarne alcuni :

Nel 1972 è l’ambiguo Ugo Piazza del celebrenoir Milano calibro 9, diFernando Di Leo, con

al fianco Barbara Bouchet e Mario Adorf, uno dei film capostipiti del genere poliziottesco. Lo stesso anno sostituisce Fernande in Don Camillo e i giovani d’oggid  Mario Camerini. Nel1973 è un convincente Filippo Turati neIl delitto Matteotti, ancora di Vancini. Nel 1974 viene chiamato da Francis Ford Coppola per il ruolo del bieco Don Fanucci ne Il padrino – Parte II e interpreta il crudele bandito detto Il Marsigliese nel poliziesco Squadra volante di Stelvio Massi, con Tomas Milian e Mario Carotenuto. Il personaggio del Marsigliese avrà successo tanto da essere citato in varie forme in numerosi poliziotteschi successivi.Il seguito, sempre diretto da Monicelli e con Renzo Montagnani che sostituisce Duilio Del Prete, esce nel1982 e si rivela il terzo incasso stagionale e il film italiano più visto dell’anno.terzo film, diretto da Nanni Loy, esce nel Natale del 1985, e pur avendo un successo inferiore, regala a Moschin un secondo Nastro d’Argento. Proprio gli anni ottanta sono quantitativamente meno intensi nella carriera di Moschin, pur regalando – sempre agli inizi del decennio – altre interpretazioni degne di nota, come il deputato comunista di Si salvi chi vuoledi Roberto Faenza e il potente ministro di Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da stradad iLina Wertmüller.

Gastone Moschin, Ugo Tognazzi and Philippe Noiret on the set of the film My Friends

Dal 1990 visse a Capitone, vicino aNarni, dove aveva installato anche un maneggio di cavalli, divenuto il primo centro di ippoterapia dell’Umbria. Era stato tra gli insegnanti della scuola di recitazione “MUMOS” a Terniorganizzata dallo stesso Moschin, dalla ex moglie Marzia Ubaldi e dalla figlia Emanuela: con loro, nel 1993, aveva già portato in scena Tredici a tavoladi Marc-Gilbert Sauvajon. Nel2006 curò la messa in scena dell’opera teatrale Piccola Città di Thornton Wilder per la compagnia teatrale Orion Theatre: tale opera venne poi inserita dal Teatro Stabile dell’Umbria nella stagione di prosa 2006-2007 nei teatri diNarni (TR) e Todi (PG).

Si è spento nel pomeriggio del 4 settembre 2017 nell’Ospedale Santa Maria di Terni, dove era ricoverato da qualche giorno.


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