“Prendiamo atto con favore, sebbene con profondo rammarico per il grave ritardo in cui esse sono maturate, delle iniziative del Governo italiano di rinnovata vicinanza alla Repubblica di Albania. Iniziative che tuttavia ancora una volta non nascondono il vuoto politico – istituzionale del governo Conte e delle massime cariche Italiane a Roma e all’estero, rivelatesi completamente inadatte sul terreno della politica diplomatica europea e delle relazioni con uno dei Popoli storicamente più filo-italiani, il Popolo Albanese. Non possiamo infatti tacere di fronte all’atteggiamento a volte silente, altre volte fuori tempo massimo, altre ancora “pilatesco” che a tutti i livelli le Istituzioni rappresentative dell’Italia hanno tenuto nel corso di questi mesi e settimane, rinunciando a prendere una precisa posizione a favore di chi si trova in prima fila a difendere l’ossatura costituzionale della tuttora giovane democrazia Albanese, nata nel 1991 dalla caduta della più feroce dittatura marxista-stalinista e dove le libertà politiche e il conseguente pluralismo partitico sono precondizioni da cui deriva il corretto funzionamento della società e dell’economia contro ogni rischio oligarchico e di eccessiva concentrazione del potere. Ci fa piacere che, in temporale coincidenza con la missione di Unione Cattolica dal Presidente dell’Albania Ilir Meta, oggi il massimo garante di democrazia del Paese, autorevoli esponenti governativi dell’Italia si siano mossi, sebbene con irragionevole ritardo poiché la situazione era chiara da settimane e mesi e sebbene non indicando alcuna conseguente soluzione concreta da mettere in campo. Del resto, non è questo il solo ritardo del governo italiano in Albania, basta infatti scorrere in rassegna i settori infrastrutturali e strategici del Paese nostro vicino di casa per rendersi conto del predominio di altre Nazioni, europee e non solo, a nostro discapito”.
Lo dichiara il Segretario politico di Unione Cattolica e Presidente della Confederazione di PMI ConFedes, Ivano Tonoli: “Non soltanto confermiamo piena vicinanza al Presidente Meta e al suo più recente provvedimento che rinvia al 13 ottobre la data per il voto amministrativo comunale, affinché siano autentiche elezioni inclusive e pluralistiche, ma come Partito siamo impegnati a far sì che possa esserci un protagonismo attivo dei Cattolici Uniti nella politica istituzionale, economica e sociale del Paese, per rafforzare il dialogo politico interno sul modello interreligioso e per recuperare il tempo perduto nelle relazioni italo – albanesi, ispirandoci al messaggio di Sua Santità Papa Francesco, che ha canonizzato Madre Teresa di Calcutta grande Santa Sociale dell’Albania e “matita di Dio” e beatificato i Martiri religiosi e Cattolici del comunismo, e facendo nostri i moniti della CEI e del Presidente della Conferenza Episcopale Albanese Mons. George Frendo. Ecco, con la matita della Fede vogliamo contribuire a disegnare un orizzonte di fiducia per l’Albania e per l’Italia une e indivisibili facendo nostre le parole del Presidente Meta”.