Riforma 118 : subito, con il contributo dei soggetti legittimati

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L’unica società scientifica che comprende e rappresenta la stragrande maggioranza dei dirigenti dei Sistemi 118 provinciali e regionali, cioè di coloro i quali hanno ladiretta responsabilità di risultato, nonché dei reali addetti ai lavori sul campo, ossia medici ed infermieri, delle Centrali Operative 118 e dei Sistemi territoriali di soccorso, nonché l’universo degli autisti-soccorritori SET-118 è la Società Italiana dei Sistemi 118 (SIS118). Ad affermarlo è Mario Balzanelli, presidente nazionale del SIS118, sostenuto dal suo Consiglio Direttivo. La riforma del 118, come sottolineato all’apertura del 15° Congresso della Società Italiana Sistema 118 e più ancora nella sessione dedicata all’incontro con parlamentari di tutte le appartenenze partitiche e di coalizione, è storicamente improcrastinabile, è urgente, e deve porsi nel segno di un netto potenziamento del Sistema, cambiando sostanzialmente direzione rispetto alle irrazionali politiche perseguite negli ultimi 10 anni che hanno progressivamente smantellato la governance sanitaria di questi Sistemi essenziali ad elevato impatto sociale, ipercomplessi e ad elevata performance. La riforma, prosegue Balzanelli,  deve auspicabilmente partire ascoltando chi vive il 118 in prima persona e ne ha diretta responsabilità gestionale, dalle esigenze reali degli operatori direttamente impegnati sulla scena, h 24, 365 giorni/anno. Non è più tollerabile che “soggetti terzi” si arroghino il diritto di “sentenziare” – sempre in qualità di organizzazioni/ società scientifiche – in settori in cui non hanno alcuna “competenza, conoscenza e tanto meno esperienza diretta di risultato”. Questi comportamenti provocano vero e proprio ostacolo allo sviluppo dei settori trattati. Il Prehospital Emergency System del 118 (SET 118) rivendica con forza la sua autonomia organizzativa nel contesto delle classiche strutture sanitarie, in quanto peculiare e caratterizzato da procedure univoche, e nello stesso tempo sostiene la necessità di completa integrazione funzionale nell’intera rete di emergenza, di cui è al centro e rappresenta il cardine su cui ruota tutto il sistema, quale garante del collegamento fra medicina territoriale ed ospedaliera. Pertanto noi riteniamo che il SET 118 deve essere normativamente riorganizzato, all’interno delle Aziende Sanitarie, in dipartimenti autonomi provinciali e regionali, gestendo il SET 118 territori vastissimi, includendo centinaia di unità di personale, raccogliendo nel proprio ambito di operatività diversi Pronto Soccorso di diversi ospedali e rappresentando il riferimento per milioni di utenti. Inoltre, prosegue Balzanelli,  interviene negli eventi improvvisi e complessi quali maxiemergenze (di potenziale natura convenzionale e non convenzionale), nell’assistenza ad emergenze umanitarie e di massa, nel trasporto urgente di pazienti candidati a trapianti d’organo e di tessuti e, più recentemente, quando adeguatamente dotato di mezzi e personale dedicato aggiuntivo, anche nella complessa rete dei trasporti secondari interospedalieri in emergenza e in urgenza nell’ambito delle reti per patologie, secondo il modello funzionale Hub e Spoke. È indispensabile consentire ai medici del SET 118 con contratto di convenzione a tempo indeterminato da almeno 5 anni, facoltativamente e secondo libera scelta, il passaggio nella dirigenza medica onde favorire l’omogeneità di sistema. È indispensabile garantire la presenza di personale stabile, medici ed infermieri, attraverso l’assunzione con contratto a tempo indeterminato, onde non disperdere e vanificare gli sforzi fatti con la loro formazione e poter contare sulla loro esperienza. È indispensabile consentire ai medici del SET 118 l’accesso alla Scuola di Specializzazione in Medicina di Urgenza (attualmente riservato a pochi eletti) ed espandere in modo significativo le parti didattiche, all’interno del piano formativo della stessa, riservate alle assolute peculiarità della gestione preospedaliera del paziente acuto e critico. È urgente varare, a livello legislativo, la figura dell’autista soccorritore, declinata nel duplice livello di volontario e di professionista, con profilo formativo omogeneo, in linea con il miglior stato dell’arte internazionale. È indispensabile far rientrare il ruolo di operatore, sanitario e non, del 118 tra i lavori usuranti. Il Sistema 118 nazionale ha, oggi più che mai, la necessità impellente di non trovare, sul piano funzionale, un sistematico “collo di imbuto” a livello del Pronto Soccorso ospedaliero, dove alla straordinaria velocità del percorso gestionale, tempo dipendente, preospedaliero, facciano seguito le note evidenze che vedono, cronicamente, bloccate – per ore ed ore – le ambulanze in Pronto Soccorso, con documentata estrema difficoltà nella gestione dei tempi inerenti lo sbarellamento dei pazienti acuti. Il Sistema 118 nazionale, proprio in quanto reale attore responsabile, assicurando di fatto l’attuazione dei circuiti di soccorso, stabilizzazione e trasporto primario preospedaliero e, quando adeguatamente attrezzato, anche di trasporto secondario di emergenza e urgenza tra sedi ospedaliere, della gestione delle reti previste per le patologie acute tempo dipendenti (sindromi coronariche acute, stroke, trauma, etc) ha assoluta necessità, nell’interesse esclusivo del paziente, che tali percorsi di rete siano, parimenti, veloci, coerenti e fluidi all’interno dell’area critica ospedaliera, auspicando contesto organizzativo ed operativo secondo cui, nel modello più logico e coerente da consolidarsi di dipartimento ospedaliero dell’emergenza, l’azione del Pronto Soccorso sia funzionalmente coordinata e strutturalmente aggregata a quella delle UO di Rianimazione e delle Terapie Intensive nonché all’area chirurgica dell’emergenza, in modo da consentire al cittadino – utente di beneficiare in modo massimale della sinergia più efficace, assicurata dal modello dipartimentale, di supporto assistenziale e terapeutico mirato tempo dipendente. La SIS118, conclude Balzanelli, organizzerà una conferenza nazionale dei servizi  dell’emergenza, coinvolgendo, in ambito scientifico, gli attori reali e realmente rappresentativi delle varie fasi gestionali del paziente acuto e critico.


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