Finalmente dopo tanti mesi di latitanza il fantomatico Igor Vaclavic è stato arrestato
15 dicembre (askanews) Spagna Una notizia che ci si aspettava da tanto ,ma non certamente con nuove drammatiche circostanze, dell’assassinio di altre tre persone da parte di questo delinquente
Fonti della Guardia Civil, hanno riferito che il famigerato farabutto è stato arrestato nella notte, intorno alle 02.50, a Teruel, nei pressi di Castellon, dopo essere rimasto vittima di un incidente stradale mentre proseguiva la sua fuga. Non ha opposto resistenza. Con sé aveva tre armi corte, alcune rubate alle due vittime da poco uccise della Guardi a Civil.
Roma. A precisarlo sono i carabinieri del Comando Provinciale di Bologna che confermano che la cattura del serbo Igor ritenuto inoltre responsabile di due omicidi in Emilia-Romagna lo scorso maggio, è avvenuta nella tarda serata di ieri dopo un conflitto a fuoco.
Le vittime, riferisce il quotidiano spagnolo El Pais, sono due agenti della Guardia Civil (Víctor Romero Pérez, 30 anni, e Víctor Jesús Caballero Espinosa, 38 anni) che facevano parte di una squadra del distaccamento di Alcaniz dedicata ad indagini sui furti nell’ambiente rurale, come fattorie o allevamenti di bestiame. Entrambi erano senza uniforme. La terza vittima è José Luis Iranzo, un proprietario di ranch che stava accompagnando i due agenti alla ricerca di un uomo che il 5 dicembre aveva assaltato una fattoria ad Albalate del Arzobispo e che aveva causato lesioni a due persone.
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Dal mese di Maggio, le attività di ricerca del latitante che si erano estese anche in Serbia, Austria e Francia, mentre numerosi incontri di coordinamento si erano già avuti con le autorità di polizia spagnole sin dall’estate, “anche con trasferte ed attività tecniche e dinamiche direttamente svolte sul territorio spagnolo, con gli organi di polizia .
L’arresto del latitante serbo accusato in precedenza degli omicidi del barista Davide Fabbri di Budrio (Bologna) e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri di Portomaggiore (Ferrara) La Procura della Repubblica di Bologna, coordinando i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bologna e Ferrara, aveva da tempo un’attività di indagine con rogatorie in Spagna, avendo trovato riscontri sulla presenza del ricercato, di origine serba.
Al momento della cattura, ‘Igor il russo’ era “vestito in uniforme e pesantemente armato” con le armi rubate agli agenti della Guardia Civil assassinati. Secondo fonti dell’inchiesta citate da El Mundo online, Igor “sapeva dove sparare perché ha ferito mortalmente le due guardie nonostante indossassero giubbotti antiproiettile. Gli agenti non hanno avuto il tempo di sparare”.
La polizia scientifica italiana – secondo quanto apprende l’ANSA – ha concluso positivamente il riscontro delle impronte digitali rilevate ad Igor ‘il russo’ e immesse dalla guardia civil nella banca dati europea Afis con quelle già in possesso della polizia italiana. Il riscontro ha dato esito largamente positivo, confermando definitivamente che la persona arrestata è proprio quella ricercata per gli omicidi commessi a Budrio (Bologna) e Portomaggiore (Ferrara), avvenuti rispettivamente il primo e l’otto aprile scorsi.
“Un ringraziamento alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna” è stato espresso dal ministro dell’Interno Marco Minniti a Rimini in prefettura per la firma del “Patto per la sicurezza avanzata” alla presenza dei 25 sindaci della Provincia. “Come potete capire – ha detto Minniti è stata una situazione piuttosto drammatica l’arresto è avvenuto a circa 200 chilometri da Saragozza, il tutto è frutto di un’attività investigativa che è partita dall’attività di indagine dell’Arma dei carabinieri. Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia civil il possibile luogo dove si poteva nascondere , a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata. Abbiamo sempre detto dal momento in cui la vicenda è diventata drammaticamente presente nel nostro Paese che noi non avremmo mai mollato”. Il ministro dell’Interno ha ricordato che il tutto “è stato coordinato dalla procura di Bologna: “Ho appena sentito il procuratore Giuseppe Amato – ha detto – che ho sinceramente ringraziato per il lavoro investigativo fatto. C’è stata una sintonia d’indagine tra la Procura di Bologna e l’attività dei carabinieri che considero particolarmente importante”. “Il pensiero va – ha sottolineato Minniti – alle persone che sono morte a Budrio e a Portomaggiore, ai loro familiari”. Per rispondere alle polemiche seguite ai giorni delle scorribande di Igor, il ministro ha ricordato come possa sembrare alle volte che in questo Paese si abbiamo attività di investigazione e repressione lente, ma tuttavia arrivano . Infine, Minniti ha valutato come l’epilogo, testimoni la pericolosità del soggetto con una conclusione cruenta dell’attività d’ indagine: “In questo momento Italia e Spagna si sentono vicinissime”.
“Siamo pieni di dolore per le morti accadute vicino ad Albalate del Arzobispo. Le mie condoglianze alle loro famiglie e colleghi, e il mio riconoscimento al lavoro della Guardia Civil”, ha scritto su Twitter il premier spagnolo Mariano Rajoy.
Giorgio Bacchelli, avvocato di Maria Sirica, vedova del barista di Budrio Davide Fabbri, la prima vittima del killer serbo, dice il legale -. E’ molto turbata e agitata. Spera che Igor sconti la pena dovuta e che possa essere finalmente fatta giustizia, anche se questo non potrà mai cambiare il suo dramma. Per questo non può dirsi comunque soddisfatta. La soddisfazione non può esistere nel vocabolario di una donna che ha visto suo marito ucciso a bruciapelo nel suo bar”.
Può, anzi deve esistere, la giustizia. Perché una cosa è certa: l’arresto del killer serbo darà il via al processo penale. Una svolta fondamentale anche per poter formulare una richiesta di indennizzi statali previsti dalla legge per le vittime di reati violenti. “Con Igor finora irreperibile e quindi non più perseguibile penalmente – racconta l’avvocato Bacchelli – il processo si era arenato, rendendo di fatto quasi impossibile avere un risarcimento previsto dallo Stato per le persone colpite dalle conseguenze di reati violenti, come nel caso della rapina mortale ai danni del povero Davide Fabbri. Ora, invece, il processo può partire.