LA LIBERTÀ RELIGIOSA TRA STATO E CHIESA

Edizioni Solfanelli – 10 e. di Agostino Marchetto e Daniele Trabucco

lalibertareligiosaMai come in questo momento il problema della libertà religiosa emerge nel dibattito generale con le tensioni provocate dal terremoto politico-religioso che investe in varia misura i Paesi Islamici.
Il libro è un documentato excursus sul diritto alla libertà religiosa ed ai rapporti tra Italia e Vaticano che sono stati regolamentati nella Costituzione Italiana.
Punto di partenza delle riflessioni espresse dagli autori è il testo contenuto nel cap. I, n. 2 della dichiarazione “Dignitatis Humanae” firmata da Paolo VI il 7 dicembre 1965 che recita:
” Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui,di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza nè sia impedito, entro debiti limiti,di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente,in forma individuale o associata.Inoltre dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana quale l’hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione.
Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell’ordinamento giuridico della società”.
Abbiamo chiesto ad uno dei due autori l’Arcivescovo Mons, Agostino Marchetto, forte anche della sua lunga esperienza pastorale in Africa, la sua opinione su quanto accade:
R. – Fin dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo i Paesi di ispirazione islamica non hanno accettato il principio della libertà religiosa ma solo la libertà di culto che è il minimo che può essere espresso e non in tutti i Paesi.
Siamo quindi ancora fermi al problema per cui non si riconoscono i diritti e la dignità della persona umana nè dallo Stato  nè da privati. Non c’è distinzione tra il civile ed il religioso.
La Chiesa Cattolica ha conquistato a caro prezzo la Libertas Ecclesiae a partire dall’Impero Romano, a Carlomagno ad oggi.
Nel mondo occidentale la divisione esiste ma una esasperata laicità cerca di spingere le religioni nella forma privata, una specie di opzione negativa nei confronti della religione.
D. – Come porsi con l’Islam?
R: – La mia esperienza, anche come responsabile per molti anni del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, con il mondo mussulmano presente oggi in Occidente fa  risaltare senza mezzi termini il problema dell’integrazione e quindi la mancata scissione tra religione e stato e questo vale non solo per il Corano ma per tutte quelle regole che si sono sovrapposte nei vari secoli.
C’è una domanda di modernità del Corano non nella sua essenza ma per liberarlo dalle interpretazioni che hanno risentito di interventi legati al momento storico in cui sono avvenute.
Siamo all’inizio ma sono ancora voci isolate che si esprimono soprattutto in Occidente.
Io spero di essere realista come San Tommaso e quindi nè pessimista nè ottimista.
Noi siamo condannati al dialogo.
R: – e noi crediamo sempre nel dialogo.
di Carlo Orichuia  

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