Francess: il suo punto di vista sulla grande canzone italiana

Si intitola “A bit of Italiano” questo bellissimo progetto della cantante italo-americana Francess. Dall’essere la corista di Zucchero al primo premio del Caneval Music Lab nel 2012 con il brano “Notes and words”. Ed è oggi la Sonic Factory a pubblicare questo nuovo lavoro che coniuga a se l’Italia e l’America restituendo internazionalità di matrice spesso digitale ai grandi classici senza tempo della nostra tradizione musicale. Ed è così che ritroviamo Francess cantarci in inglese e con arrangiamenti davvero ricchi di fascino brani come “Guarda che luna” di Buscaglione o anche “Vacanze Romane” dei Matia Bazar o ancora “Attenti al lupo” di Dalla e così via. Unico grande inedito è “Good Fella” che per l’occasione gioca e si diverte a mescolare inglese ed italiano secondo una ricetta un poco urban e un poco pop.

Quando la cultura e la tradizione incontrano la bellezza. Ci racconti perché questa scelta di reinterpretare dei brani storici italiani?
Il progetto è nato da un desiderio che ho sempre avuto di costruire un ponte fra le mie due culture. Essendo bilingue la traduzione è una risorsa comunicativa che prima o poi avrei sfruttato. Una volta scelti i brani su cui lavorare siamo intervenuti con cura, rispetto e tanto orgoglio per la ricca storia musicale di questo paese.

E delle tue tradizioni di vita? Perchè non regalarci anche queste?
Non ho molte tradizioni però canto sempre le stesse due canzoni sotto la doccia: “Makin’ Whoopie di Ella Fitzgerald e “Anche un uomo” di Mina. Sono passati anni e ancora il mio repertorio da doccia non è cambiato.

Questo disco ha avuto una presentazione live assai importante. Ne vediamo anche un video in rete. Ce ne parli?
Ho avuto l’onore di essere accompagnata dall’orchestra del teatro Carlo Felice di Genova durante la presentazione del mio disco.
Con loro avevo già registrato e girato il videoclip della nostra versione di Ma se ghe penso, storica canzone genovese. Colgo l’occasione di ringraziare nuovamente tutte le persone coinvolte perché per me è stata un’esperienza nuova e molto emozionante.

Dal titolo mi viene da chiederti: un rimando al “bit” italiano?
A bit of italiano è il titolo di un lavoro che ha nel cuore la storia italiana raccontata però da una persona cresciuta in un ambiente multiculturale e quindi attraverso ritmiche e sonorità che rappresentano questa contaminazione.

E sono sicuro che l’aver sviluppato un percorso simile significa anche aver capito meglio la musica di oggi…o sbaglio?
In realtà la musica di oggi rimane un po’ un enigma per me. Ogni momento storico ha la sua musica. L’arte in generale è sempre stata uno specchio che secondo me oggi riflette confusione e una grande crisi di identità.


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