Partita della Pace, all’Olimpico Maradona e Baggio illuminano i cuori dei presenti: il racconto dell’amichevole di Zanetti e Papa Francesco

Emozioni vibranti allo Stadio Olimpico di Roma, dove va in scena la “Partita Interreligiosa per la Pace”, organizzata dalla Fondacion Pupi di Javier Zanetti. Le convocazioni portano una firma sacra, quella di Papa Francesco, che chiama nella Capitale i campioni del calcio passato e presente. Del Piero, Maradona, Baggio, Simeone e Buffon giocano nel giorno dedicato alla Pace. Lo scopo è reperire fondi per dare un’opportunità di vita ai giovani.

L’atmosfera fuori dall’arena è placida, il traffico moderato. All’ingresso dell’Olimpico solo famiglie: i bambini sorridono e scalpitano prima du gustarsi il match. Colleghi e tifosi provengono quasi tutti dal Sud America, prevalentemente argentini. D’altronde il pubblico non può rifiutare l’invito del Papa “mas querido”.

Prima della gara (verso le 20,00) si esibisce Nek: “Bello essere qui, uniti da una sola parola: pace – afferma il cantante pop – Il mondo non dovrebbe conoscere altro”. Poi parte “Laura non c’è”, e anche il quieto pubblico del lunedì inizia a scaldarsi (e ci mancherebbe altro, visto il vento quasi invernale). Quando Nek lascia libero il piccolo palco allestito fra le panchine, iniziano ad entrare i protagonisti: Pirlo – team manager perché infortunato – imbastisce un simposio con Buffon e Del Piero, momento epico.

Qualche minuto più tardi l’Olimpico inizia a gridare come se giocasse una fra Roma e Lazio: un basso e tracagnotto individuo entra dal boccaporto che divide la Tevere dalla Sud. Il nutrito gruppo di fotografi rappresenta più di un indizio: sul green è sceso Diego Armando Maradona, stampa e spettatori sono in visibilio. Quattro palleggi (li abbiamo contati) e Roma è in festa: l’eleganza di un vero Diez, il sorriso di chi il pallone lo fa volare.

Esce il Pibe, entra Violetta: la pop-star argentina intona una delle sue hit, i più piccoli saltano e ballano accanto alla diva del Paese del Sol. L’atmosfera si fa ridente, quasi surreale perché in uno stadio teatro, mesi prima, di scene ‘diverse’. Poi il canto più bello, Imagine, vero inno alla pace: forza e significato dei versi investono di aulico anche il ritmo ‘discutibile’ della musica.

Dieci primi dopo l’Olimpico è circondato come da una grande nuvola di commozione: sugli schermi appare Papa Francesco. Il Pontefice parla in spagnolo, fomenta la speranze di pace dei presenti con quel tono di pacata suggestione. “La vera partita è la pace. La competizione, non la guerra, è il seme della pace. Scusate se parlo spagnolo, ma è la lingua del cuore. E oggi è un giorno di cuore e pace”: parole semplici ma che impattano i corazones di tutti. Anche se lontani, sui visi dei calciatori (schierati in mezzo al campo) erano giuriamo di aver visto qualche lacrima.

Sonoro fischio e inizia il match, Pupi (squadra di Zanetti) contro Scholars (squadra che prende il nome dell’altra fondazione benefica che ha organizzato l’evento). Conta poco la cronaca della partita, da evidenziare due momenti in particolare. Il primo: Iturbe serve Maradona sulla corsa, il Pibe si ferma e allarga le braccia come per dire “la forma è questa, dammela su piede, no?”. Il secondo: el Diez riceve palla sulla trequarti, filtrante a cucchiaio per Baggio che con la suola porta il pallone sul sinistro e batte Muslera. Il sogno si concretizza: l’asse Baggio-Maradona insieme, anche con una cinquantina di kg in più incanta i presenti.

Nel secondo tempo non rientrano Del Piero, Trezeguet, Baggio, Simeone, Zamorano e Buffon (vi rendete conto della qualità in campo?). Nel frattempo torna Nek, e l’Olimpico si scatena sulle note di “Lascia che io sia”. Altri messaggi di amore e fratellanza, e il fascinoso cantante saluta definitivamente l’arena. Si gioca di nuovo, Icardi e Shevchenko danno spettacolo galvanizzando grandi e piccini. Finisce “tanto a poco” per Pupi, che rimonta lo svantaggio iniziale ma la notizia è un’altra: Maradona si rifiuta di uscire, gioca e diverte per 90’. Altre lacrime che pendono dalle guancie fredde per il clima tutt’altro che temperato.

La serata si chiude con la celebrazione: tutti gli invitati in campo, un nuovo canto e un messaggio di pace letto da Pupi Zanetti e colleghi in almeno cinque lingue diverse. La conduttrice Antonella Clerici chiosa: “Speriamo che ci si riveda qui l’anno prossimo”. E ha ragione. Il talento visto oggi in campo ha surclassato la scarsa vena atletica, inondando le menti degli appassionati. Poi vi assicuro: gli occhi erano lucidi, il cuore è tremato anche a me. All’Olimpico stasera si realmente è giocato per la Pace. Il calcio ha insegnato amore e sentimento.

A cura di Pietro Alvisini, inviato allo Stadio Olimpico di Roma


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