LEGGE 40 E FECONDAZIONE ETEROLOGA: TUTTI I DIVIETI ABBATTUTI DAI GIUDICI
Un tema delicato, dove il diritto si intreccia con il piano strettamente umano.
Una legge oscurantista che ci ha messo per lungo tempo fuori dall’Europa, che ha costretto, chi poteva economicamente permetterselo, a viaggi all’estero per aggirarne i divieti, che ha pesato sul corpo di tante donne costrette a sottoporsi a numerosi e invasivi interventi a causa dell’assurdo divieto di produzione di più di tre embrioni. Una legge che ha visto tante coppie costrette a ricorrere all’aborto per malformazioni del feto a causa del divieto di diagnosi preimpianto (anch’esso bocciato dai giudici). Questa era la legge 40 che regola la procreazione medicalmente assistita. In Italia ci sono voluti dieci anni per abbatterla. Ha già visto per 28 volte l’intervento dei tribunali e la “riscrittura” di alcune sue parti con sentenza della Corte Costituzionale.
Con il sì alla donazione di gameti da parte della Consulta, si apre una nuova pagina per le coppie infertili.:
Per fare un primo punto sulla donazione di gameti la scorsa settimana a Montecitorio si era tenuto un convegno sulla «Tutela della salute per le coppie infertili e sterili dopo le sentenze della Corte Costituzionale», organizzato dalle associazioni Hera Onlus di Catania ed SOS Infertilità Onlus, con la presentazione della neonata Associazione Italiana per la Donazione Altruistica e Gratuita di Gameti (AIDAGG), la cui Presidente Dottoressa Laura Volpini, ci ha fornito delle delucidazioni in merito all’argomento.
– Si tratta di una decisione a favore dei diritti di tutti i cittadini, che ristabilisce il rispetto del principio di uguaglianza nell’accesso alle cure. Fino a oggi la legge consentiva alle coppie infertili di accedere alle tecniche di procreazione assistita ma vietava la donazione di gameti, unica tecnica che avrebbe consentito una gravidanza a chi aveva gravi problemi tipo azoospermia o menopausa precoce, o sterilità indotta da cure oncologiche, ecc. Ora queste coppie potranno ottenere in Italia l’applicazione di tecniche consolidate che fino a ieri potevano ricevere solo all’estero».
Cosa comporta a livello psicologico tutto questo?
Le coppie che accedono alla fecondazione eterologa dovranno essere supportate a livello psicologico sia durante il percorso di fecondazione, che dopo la nascita del figlio.
La consulenza psicologica è utile in questi casi per superare resistenze e pregiudizi rispetto a questo tipo di tecnica. Questi potenziali genitori vanno valorizzati per la loro eventuale scelta, che si fonda sul desiderio autentico di un figlio, piuttosto che su un bisogno soltanto narcisistico di trasmissione di un proprio bagaglio genetico. E’ poi anche necessario favorire la comunicazione con il bambino, circa le proprie origini, sin dalla precoce età, come del resto avviene già per le famiglie adottive.
Uno degli scopi dell’associazione AIDAGG è anche quello di prendere in carico e/o inviare presso professionisti specializzati in materia e consultori familiari, le coppie prima e la famiglia poi.
– Sappiamo che da mesi nei centri di fecondazione assistita si sta verificando un boom di richieste per l’eterologa a dimostrazione che il Paese Reale è molto più avanti delle aule parlamentari. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio della domanda. Si il Paese Reale ha esigenze plurali, che si scontrano, come nel caso della Legge 40, con un’idea di famiglia tradizionale, ma che di fatto oggi coesiste con diversi altri tipi di tipologie familiari; pensi alle famiglie separate, ricostituite, monogenitoriali, omogenitoriali, interculturali ecc.
La recente sentenza della Consulta è stato un atto di Civiltà che ha indicato molto chiaramente al Parlamento, in quale direzione è necessario andare per rispettare un diritto alla genitorialità che tutti i cittadini debbono avere; anche quelli sterili.
– Oltre agli interventi normativi non bisognerebbe pensare a come garantire il rispetto della sentenza, consentendo di effettuare la fecondazione nelle strutture pubbliche di tutto il territorio, per evitare discriminazioni.
Certamente, essendo una legge dello stato, una volta pubblicata la sentenza nella Gazzetta Ufficiale, la PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) eterologa dovrà essere attuata su tutto il territorio e anche presso strutture pubbliche.
La nostra Associazione intende promuovere percorsi di formazione per gli operatori del settore a livello locale, coinvolgendo anche l’Ordine dei Medici, ginecologi e psicologi.
– La donazione è gratuita, ma in alcuni paesi sono previsti dei rimborsi (Spagna non più di mille euro, in Grecia 1.400,00) qui in Italia come verrà strutturata e nell’ipotesi di rimborsi non si rischia un nuovo business?
La donazione dei gameti deve essere gratuita e altruistica, come prevede la legge.
Esistono tre tipologie di donazione : 1) la donazione di gameti delle coppie che hanno già svolto una PMA, che non prevede alcun rimborso; 2) la donazione di gameti di giovani donne che decidono di crioconservare i propri ovociti. In questo caso, se la donna decide di donare una parte, potrà avere gratuitamente la crioconservazione dei propri gameti; 3) la donazione incrociata (eggs sharing): ovvero una donna che voglia donare ad un’amica un ovocita, potrà rivolgesi alla banca delle uova, che a sua volta darà in cambio all’amica l’ovocita di una donna sconosciuta. Ciò perché, per legge, donatore e ricevente devono rimanere anonimi, per ovvie implicazioni psicologiche e di privacy. In questi casi sono previsti dei rimborsi relativi alle spese sostenute dalla donna per sottoporsi a questa donazione, ma non devono andare oltre. Deve essere evitato che una donna doni i propri gameti per necessità economiche.
– Quali sono i prossimi appuntamenti della vostra neonata associazione per la donazione altriustica e gratuita dei gameti AIDAGG?
Stiamo organizzando per l’autunno un seminario internazionale con le associazioni più importanti in Europa, che da anni si occupano di donazione di gameti. Vogliamo capire quali sono i migliori modelli di intervento in questa direzione e come possiamo adottarli in Italia.
Vogliamo inoltre promuovere una campagna culturale attraverso il Ministero della Salute, che coinvolga le scuole. Bisogna diffondere una cultura della prevenzione dell’ infertilità e della sterilità, che si integri con un’educazione alle relazioni affettive e ad una sessualità consapevole, che vada non solo nella direzione della contraccezione, ma anche di una progettualità genitoriale.
Grazie per la disponibilità e per le delucidazioni su questo argomento. Ci vediamo tra quindici giorni per affrontare nuovi temi.
di Silvia Pozzi