Intervista al vetriolo a Eleonora Rizzo

Intervista al vetriolo a Rizzo Eleonora,

in nomination come candidata per la Targa del Leone d’Oro all’interno dell’evento       ‘Gran Premio Internazionale di Venezia’ edizione 2018.

“La dama rossa vestita in nero” -Solo chi ha percorso l’inferno,può salvare un’anima destinata all’oblio-.

Intervistatore:

Che mi racconti…

Intervistata:

Di quanto l’uomo abbia perso di valore e di efficacia,compromettendo e obnubilando il proprio essere.
In virtù di una risonanza
economico-sociale,di una sicurezza anche a scapito di terzi.Un’ingordigia repellente e nevrastemica,figlia legittima di un sistema al collasso.

Intervistatore:

Al centenario della Rivoluzione d’Ottobre,credi che il Comunismo sia una dottrina ancora di facile attuazione,oppure un dogma guardato con fare circospetto,visti i tempi che corrono?

Intervistata:

Ho sempre pensato che il Comunismo fosse un’utopia,diimpossibile attuazione,specie oggigiorno.
Vi è carenza di spirito di iniziativa,di spinte coraggiose,di volontà di condivisione,e perché no di
quell’ animosità e coerenza tipica di chi non ha nulla da perdere,senon la vita stessa.
Si possiede più del necessario,il futile viene considerato,anzibandito,quasi come un male degenerativo,si ha timore della caduta,della perdita,della disfatta,della sconfitta,dellagiustizia,della verità.
Del giudizio universale e/o arbitrario.
La fine dovrebbe prevalere come inizio,come chiaro punto di svolta.

Intervistatore:

Colgo dalle tue frasi,una certa nota di dissenso,riguardantel’aspetto umano di ogni singolo.

Intervistata:

Non sbagli.Sono affranta nell’osservare uomini,capaci solo di calpestare e distruggere altri uomini.Spesso perché diversi o impossibilitati ad imporsi.
Quasi indecorosi e cinici nelle loro attuazioni e macchinazioni più primordiali.L’uomo non si è mai evoluto.
Poiché,mai ha voluto.

Intervistatore:

Volere,potere…

Intervistata:

Io voglio e posso mantenere la mia naturale integrità.Sono libera da tutto.
Anche dall’ avere,dall’ ambire o dall’essere.
L’ uomo potrà considerarsi tale,solo quando avrà stracciato il proprio egoismo.Quando avrà toccato il fondo e agonizzante,denudato delle sue paure,della sua dignità,miserabilein ogni aspetto,porterà in salvo altri uomini,ridimensionandosiancora ai loro occhi.

Intervistatore:

Comunismo,Darwinismo, Decadentismo,Esistenzialismo. Mi chiedevo se credessi in Dio o altre divinità.

Intervistata:

Un’ atea ragionata,stipata in mille perché.Dopo anni di immeritate sofferenze e perdite.Alla fine,mi domando anche se siano state ingiuste o utili,al divenire la persona che sono.
Non migliore,né peggiore.Una persona che non si sofferma.Chenon retrocede.
Che non lesina.Che non si nasconde.
Che fa molta autocritica.Che non si
arrende.Che prima di colpire,è stata colpita un migliaio di volte e,altrettante ha perdonato.Le contraddizioni del nostro tempo si ampliano e si amplificano in ogni versante,senza il bisogno,almeno per il momento,di essere troppo espliciti.Detesto i perbenismi,appartenenti solo ad una cerchia ristretta,utilizzati a proprio uso e consumo e in vista di precise occasioni.
Ma anche il bigottismo,o il libertinaggio:
cambiando gli addendi,il risultato non varia.Credo in certi valori quali la lealtà,la schiettezza,il rispetto,la considerazione e l’ empatia.

Intervistatore:

Una disobbediente o una temeraria?

Sono una disobbediente perché forse ho obbedito troppo?Bisognerebbe chiedere a se stessi perché si tenda a grandeggiare il singolo:apparenza,facilità di rapportarsi,annullamento della coscienza,spirito di conservazione…
Ho paura invece.Del sodalizio che possa via via intercorrere tra gruppi macchiati dai medesimi orrori.O dai medesimi interessi.

Intervistatore:

Perché ti definisci una dark?

Intervistata:

Innanzitutto,perché il nero a differenza del bianco,non può mutare.Forte a qualsivoglia intemperia,può sbiadire e continuare a RESISTERE.
Secondariamente,come elemento cromativo universale,nelladimostrazione più elevata di
arte,estetica,estatica.

Intervistatore:

È giunto il momento fatidico.Parlare un po’ del tuo libro.Il titolo perlomeno,o una piccola nota distintiva.

Intervistata:

Il titolo è semplicemente, “Alba”.
Alba,è precoce,curiosa e vivida nel suo intelletto.Nata come artista,con un passato quasi da modella.Alba cresce piegata e interrotta,detesta il suo corpo al punto da deteriorarlo,
irreversibilmente.Alba è fine e aggraziata nei modi,fragile,buona e solerte.
Nella sua totale incapacità di portare odio o rancore,morirà più volte per poi rinascere.Ma non sarà più la stessa.
Un rapporto inesistente con la madre naturale,minerà al suo percorso di donna.
Quasi quanto la conoscenza di un ragazzo più giovane che la frugherà nel suo intimo.L’ annienterà,per poi lasciarla quasi esanime.Solo l’arrivo salvifico di un vostro collaboratore,larimetterà in sesto.

Intervistatore:

E i tuoi relatori?

Intervistata:

I miei relatori,sono due eccellenti universitari.Il primo,NicolòBuccaran,è un giovane laureando,sveglio e gioviale.
Talentuoso,nella scrittura.
Il secondo,Giuseppe Martera,è anch’esso un sopravvissuto.Tenace, brillante,a soli tredici anni,vincitore del concorso “Libretto Rosso- Paolo Borsellino”.
Iscritto in Giurisprudenza,sogna di diventare un magistrato alla difesa e tutela degli ultimi.

Intervistatore:

Infine,il tuo sogno più grande.

Intervistata:

Rendere giustizia alla famiglia di Emanuele Morganti,il ragazzo ventenne,ucciso ad Alatri (FR),in una notte di fine marzo,da mani assassine.
Una giustizia,come nel mio caso,che tarda a levarsi.
Eppure,le ore trascorrono nell’angoscia e nel dolore.Dal giorno alla notte,ineluttili nella loro sopraffazione.
Chi,realmente,con zelo,può almeno tentare di percepire la il dolore che ristagna in quell’abitazione?
Io.Poiché vivo di luce riflessa e analogie.

Intervistatore:

Non posso fare altro che incitarti a termine al più presto quello che,a quanto pare,diverrà il nuovo crack dell’ editoria.

Intervistata:

Farò del mio meglio.
È un dovere e un omaggio riservato a tutti coloro che sinora mi hanno sostenuta,uno in particolare.
Alla prossima.Grazie ancora.

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