“IN SVIZZERA NON C’E’ IL MARE” IL ROMANZO DI DANIELE RUTIGLIANO

Ho il piacere di incontrare Daniele Rutigliano autore del romanzo “In Svizzera non c’è il mare” (Armando Curcio editore, 2014, € 14,90, pp. 125). Inizia a parlare in modo deciso, ricco, denso di informazioni e vita proprio come il suo romanzo. Diventa difficile dividerci le domande, ne faccio una e lui risponde ad altre cinque, alla fine diventa una chiacchierata che copre tantissimi argomenti riguardo la sua passione, la sceneggiatura, la scrittura, la vita, il suo romanzo.

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“In Svizzera non c’è il mare l’ho pensato, all’inizio, per una sceneggiatura e come alla storia di due ragazzi in un’estate. Un’estate di vacanza.” 

La scrittura è semplice, leggera. Forse perché lo è l’infanzia di Nico, il protagonista: figlio unico, 27 anni ma nella sua testa ne ha compiuti 8, senza genitori (venuti a mancare sin dalla nascita). Vive con la nonna Wanda cartomante che gli nasconde la verità. Ma vivendo in un piccolo paese tutti sanno. Nico rincorre quella verità che gli manca. Così entra in gioco Alice, vicina di casa. Un’adolescente con un padre ubriaco e una madre misteriosamente sparita, che le manca e che le voci del paese dicono partita con un altro uomo. I due ragazzi, aiutati dall’ingenuità della loro età, si ritrovano nelle difficoltà e decidono insieme di rincorrere e cercare le loro verità. Da quel momento, si mettono in viaggio, destinazione la svizzera.

Il romanzo inizia a correre insieme alle loro avventure. Scoprono nuove città, entrano in scena dei nuovi personaggi che li aiutano e altri che li contrastano. Si ritrovano a lottare nel mondo degli adulti – nelle difficoltà quotidiane, nell’insieme di meschinità, sotterfugi, contraddizioni ed egoismi – e chissà se in svizzera mai arriveranno.

La trama ha qualche colpo di scena e dei segreti che si svelano solo alla fine, lasciando un sapore amaro e dolce insieme.

La scrittura di Daniele potrebbe risultare adolescenziale e il romanzo potrebbe sembrare una favola. La particolarità è il suo stile, l’uso delle parole e il contenuto. È un romanzo che tiene sempre il filo, ma che sa interrogare e interrogarsi lasciando per strada dubbi e riflessioni, raccontando amarezze e gioie. L’umanità di alcuni dei suoi personaggi mi ha fatto pensare a quanta umanità possa aver provato e visto lui. Però immagino che a volte le storie più semplici e i sentimenti più assoluti arrivino nel silenzio, esplodano dentro senza lasciare traccia. Incredibili segreti emotivi che convivono con gli spigoli e le imperfezioni di chiunque.

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E’ una sorta di romanzo, di formazione che segue i protagonisti dall’infanzia all’età adulta, un caleidoscopio di luoghi, eventi e personaggi con il fil rouge del sentimento e della scoperta della verità che li lega.

Daniele Rutigliano, classe 1979, è originario di Ugento, nel profondo Salento, ma è cresciuto tra Taranto e Roma. Laureatosi in Scienze della Comunicazione a Perugia è in seguito tornato nella Capitale dove ha intrapreso l’attività di sceneggiatore. Ha lavorato anche come redattore per la tv e pubblicato racconti brevi.

ESSERE DIVERSI NON VUOL DIRE ESSERE DEGLI INCAPACI.

CERCHIAMO QUALCOSA SENZA RENDERCI CONTO CHE A VOLTE E’ ACCANTO A NOI

Per maggiori informazioni: Armando Curcio Editore

di Silvia Pozzi


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