I FILM DELLA SETTIMANA – UNICINEMA – FULL DOC (CORSI DOCUMENTARIO)

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PRODUZIONE 26 e 27 aprile  – COLOR  CORRECTION 26 e 27 aprile – REPORTAGE VIDEOGIORNALISTICO 3 e 4 maggio – AVID MEDIA COMPOSER 3 e 4 maggio – FINAL CUT 10 e 11 maggio – HDSLR CINEMA 17 e 18 maggio – PRODUZIONE CREATIVA DEL DOCUMENTARIO 24 e 25 maggio – SCRIVERE PER LA TV 7 e 8 giugno – RIDUZIONE DIALOGHI PER SOTTOTITOLI 21 e 22 giugno.

I FILM DELLA SETTIMANA, nelle recensioni di www.sentieriselvaggi.it – Direttore Simone Emiliani

In nomine Satan, di Emanuele Cerman (di Marco Bolsi, del 24/04/2014)

Partendo da un intento documentaristico, la vicenda di cronaca nera legata alle Bestie di Satana, la storia sfocia in un realismo dalle pieghe oniriche e metafisiche. Che però non è supportata da una valida rappresentazione di quel male presunto e mai rivelato, che resta accennato negli sguardi diabolici dei personaggi. E nei loro incubi

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, di Felix Herngren (di Marco Bolsi, del 24/04/2014)

Il regista riesce abilmente a fondere realtà e finzione in un viaggio picaresco giocato sugli opposti. L’effetto generale è inevitabilmente spiazzante, per non dire esplosivo. Tuttavia a risultare poco dinamico è il linguaggio stesso della commedia che non va oltre il classico stilema fisico nato con il cinema muto

La sedia della felicità, di Carlo Mazzacurati (di Tonino De Pace, del 24/04/2014)

Carlo Mazzacurati è la felice sintesi delle culture del suo nordest e il suo cinema né una conferma. I suoi film non assomigliano a quelli di nessun altro. Con La sedia della felicità torna al suo mondo di personaggi stralunati, lontani dalla routine, con la sagacia interpretativa che guarda ad una società smarrita che senza certezze ricerca il benessere

The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, di Marc Webb (di Emanuele Di Porto, del 23/04/2014)

ll contributo di Alex Kurtzman e Roberto Orci è decisivo per riscattare il progetto dal fiacco risultato del primo capitolo. I due conoscono perfettamente non solo l’umore del protagonista ma anche quello del suo lettore. La loro consapevolezza esalta l’anima spettacolare e quella romantica e Peter Parker torna ad essere il ragazzo che deve fare i conti con le conseguenze del suo potere.

Transcendence, di Wally Pfister (di Carlo Valeri, del 17/04/2014)

Nonostante le ambiziose discettazioni accademiche su una nuova possibile rigenerazione del corpo-macchina, sui conflitti etici tra intelligenza artificiale e coscienza umana, finisce con l’essere un modesto thriller che arriva in ritardo di decenni. Ed è la riprova di quanto asfittiche e frustranti siano sempre state le immagini del duo Nolan/Pfister

Ti sposo ma non troppo, di Gabriele Pignotta (di Chiara Bruno, del 17/04/2014)

Se la pigrizia non è il motore dell’opera, la stanchezza s’insinua inevitabilmente tra i romantici equivoci che coinvolgono la coppia al tempo della chat. L’impressione è che questo sia un film fuori dal suo tempo. Assimilabile alla fiaba solo per scelte stilistiche (di guardaroba), è una garbata girandola di fraintendimenti elementari che non coinvolge per caratteri né sorprende per freschezza

Onirica – Field of Dogs, di Lech Majewski (di Silvia Pellegrino, del 17/04/2014)

E’ Dante dunque l’ultimo interlocutore scelto che risponde agli interrogativi di Majewski trasposti in un piano immaginifico, ancorato all’essere nella sua totalità, inteso come società, mondo, trasformazioni e catastrofi. L’uomo al centro dell’universo in cui è gettato e al quale guarda criticamente per non esserne vittima

Song’e Napule, dei Manetti Bros. (di Sergio Sozzo, del 17/04/2014)

Ci si rende da subito conto che anche questa carrellata di gioiosi furti e irriverenti omaggi ad un modello ben preciso è destinata ad andare a segno. D’altra parte la filologia affezionata è sempre stata il forte dei Manetti, unita ad un gusto per il grottesco che anche qui si riversa nei ritratti dei personaggi che sono innanzitutto l’incarnazione divertita dell’ipertesto di riferimenti che veicolano

Rio 2 – Missione Amazzonia, di Carlos Saldanha (di Pietro Masciullo, del 17/04/2014)

Rio 2 ripropone i punti di forza del primo film ma ne decuplica l’impatto spettacolare nell’incontaminata Amazzonia: il musical e l’avventura vengono di molto potenziati puntando ad una pura fascinazione per gli occhi che ha veramente qualcosa a che fare con le origini del cinema

Gigolò per caso, di John Turturro (di Sergio Sozzo, del 17/04/2014)

Che New York sia la vera protagonista del film è subito evidente dagli inserti di repertorio sulla città con cui l’attore decide di accompagnare i titoli di testa. E Woody Allen sembra essere lì appunto per testimoniare una certa New York, intellettuale e schizofrenica, sardonica e vintage, chiaramente destinata a svanire: il titolo originale della pellicola porta ben chiaro quel fading

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