CERTIFICATI BIANCHI: GLI ATOUT DELLA «WHITE ECONOMY»

Non solo rispetto per l’ambiente e risparmio economico, ma anche opportunità di business. Queste le carte vincenti dell’efficienza energetica messe in rilievo da Avvenia, leader nazionale nell’ambito della sostenibilità ambientale, secondo la quale nei prossimi 5 anni la riqualificazione energetica delle aziende consentirà di creare oltre un milione di nuovi posti di lavoro.

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Occupazione e sviluppo economico: è l’ora della «white economy». A dirlo sono gli analisti di Avvenia (www.avvenia.com), il “braccio bianco” delle imprese italiane, secondo la quale la «white economy», il ramo dell’economia relativo alla riqualificazione energetica, consentirà di creare nei prossimi 5 anni oltre un milione di nuovi posti di lavoro in Italia.

Da sempre sensibile alle problematiche di razionalizzazione dei consumi energetici, alla riduzione degli sprechi e al taglio delle emissioni di CO2, Avvenia è oggi leader nazionale nell’ambito della sostenibilità ambientale. Attraverso i suoi interventi, le aziende diventano più efficienti e la dispersione dell’energia è ridotta al minimo. La «white economy» è proprio questo: implementare misure che consentano di ridurre i costi di approvvigionamento energetico.
Ma non è tutto, perché in alcuni Paesi europei, tra cui ItaliaFranciaRegno Unito Danimarca, lo Stato è intervenuto con un’importante politica di incentivi per chi rende più moderna ed ecologica la propria azienda. Così, grazie all’implementazione del sistema dei “Titoli di Efficienza Energetica”, conosciuti più comunemente come «white certificates» o «certificati bianchi», lo Stato ha reso esponenzialmente più vantaggiosi gli interventi volti a un uso razionale dell’energia, trasformando la razionalizzazione energetica in un immediato controvalore economico che va a sommarsi al risparmio derivante dal minore e migliore uso delle risorse.

Il sistema dei “Titoli di Efficienza Energetica” prevede che i distributori di energia raggiungano annualmente determinati obiettivi di risparmio. Le aziende distributrici di energia elettrica e gas possono assolvere a questo obbligo realizzando progetti di efficienza energetica oppure acquistando i “Titoli di Efficienza Energetica” da altri. I «certificati bianchi» sono così diventati titoli a tutti gli effetti negoziabili attraverso i quali le aziende, oltre al risparmio economico già ottenuto, possono anche avere un immediato ritorno economico.

«Attraverso l’applicazione di metodologie innovative, Avvenia è già riuscita ad ottenere una riduzione delle emissioni di origine industriale di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2» spiega l’ingegner Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia.

«Ma l’aspetto più importante -aggiunge l’ingegner Campaniello– è quello di aver messo a sistema un modello in grado di coinvolgere tutti i protagonisti dei principali settori dell’industria». Se all’inizio i clienti erano soprattutto piccole e medie aziende,Avvenia oggi guarda infatti alle più grandi realtà industriali per le quali l’azienda si occupa di studiare e implementare interventi di riqualificazione energetica che può anche arrivare a finanziare al 100%.

Non cambierà certo le sorti dell’intero pianeta, ma a livello italiano ed europeo il lavoro svolto da Avvenia è un segnale che va nella giusta direzione, quella della riduzione dell’impatto ambientale dell’industria. Un progetto ambizioso che va oltre la «green economy» affermando un nuovo modello, quello della «white economy», che ha avuto la forza di riunire intorno ad Avvenia alcuni dei più importanti gruppi industriali nazionali ed internazionali che, grazie all’azienda laziale, sono riusciti a ridurre l’impatto ambientale e nel contempo risparmiare e accedere a nuovi strumenti di finanziamento. I nomi sono di rilievo: Coca ColaFerrarelleFiat Group Automobiles e Trenitalia, solo per fare alcuni nomi.

Promuovendo una «nuova economia» attraverso la messa a punto di tecniche che, a parità di rese produttive e di qualità, riducono la produzione di CO2, Avvenia èoggi considerata il “braccio bianco” delle aziende italiane. E sono proprio i «white job» che, secondo l’azienda, garantiranno nei prossimi anni occupazione e sviluppo economico nel nostro Paese, attraverso profili più specifici rispetto a quelli dei «green job», legati non più solo alla tutela dell’ambiente ma più specificatamente alla gestione dell’efficienza energetica.


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