Banca di Anghiari e Stia: storia di una banca in salute…

foto sede storica Banca Anghiari

Risparmi in pericolo, sistema economico finanziario in difficoltà, credito più caro… E’ proprio questa la realtà? Ne parliamo con il dott. Fabio Pecorari, Direttore Generale della Banca di Anghiari e Stia, una banca che oggi gode della fiducia di chi opera sul territorio.

Dalla crisi economica mondiale ad una proiezione sul territorio, Direttore, siamo già di fronte ad un credit crunch o ad una  crisi  passeggera, superabile con scelte oculate?

“Dopo questo lungo periodo di crescita modesta ed insufficiente che l’Europa intera si è lasciata alle spalle, anche le maggiori economie mondiali sembrano segnare il passo e il modello della crescita economica illimitata non è più lo stile prevalente. Le scelte che i governanti sono chiamati a fare devono per forza essere oculate e tenere presenti le diverse dinamiche economiche che si sono sviluppate nel precedente periodo storico. Non vedo imminente pericolo di credit crunch, anche se le mosse che le banche centrali dovranno mettere in atto per contrastare le problematiche relative a bassa crescita delle economie dovranno comunque essere di natura straordinaria. Il Quantitative easing della BCE è terminato, ma altre iniziative saranno necessarie per sostenere le economie europee con il conseguente livello di inflazione attesa.”

Spraed alto, prime difficoltà del credito. E’ vero che oggi il denaro costa di più?

“Non c’è una relazione diretta tra livello dello spread e costo del denaro. E’ però ovvio che se i titoli di stato fanno registrare rendimenti più alti dei livelli dei tassi medi di mercato per periodi non brevi, diventano “prodotti” in concorrenza con i depositi bancari, almeno a livello di rendimento. Se per garantirsi la provvista le banche hanno bisogno di alzare il livello di remunerazione dei depositi, allora sì questo può incidere nell’incremento del costo del denaro, perché le banche hanno necessità di maggiori introiti da interessi per pagare i corrispondenti interessi ai propri depositanti. Ma in questo schema incide non poco il livello di rischio che il risparmiatore è disposto a assumere; livelli di rendimenti più alti portano con sé maggiori rischi e allora il tema diventa quello della sicurezza e della fiducia. Ricordo che le banche vivono di fiducia e se questa viene a mancare non esiste rendimento che è in grado di compensarne la mancanza.”

Capitolo risparmiatori: Dott. Pecorari la sua banca come vince oggi la diffidenza che si percepisce a seguito degli ultimi scandali nazionali

“La nostra Banca opera in una zona geografica profondamente colpita dagli “scandali” bancari, come lei li ha definiti. Nei momenti centrali degli “scandali” quando la diffusione delle notizie dei risparmiatori traditi nella fiducia dalla loro banca si è fatta più intensa la nostra banca, contrariamente a quello che molti pensano, non ha beneficiato di un incremento di clienti, perché coloro i quali hanno deciso di cambiare si sono rivolti a banche di caratura nazionale, percependo le nostre piccole banche come non del tutto sicure. Abbiamo dovuto fare una grande opera di relazione per dimostrare con i fatti e con i numeri che la Banca di Credito Cooperativo era rimasta affidabile e non aveva cambiato il proprio modo di fare banca, basato sulla trasparenza, sulla correttezza nelle relazioni e su valori etici che ci differenziano da oltre 130 anni. In particolare la nostra Banca ha continuato a garantire il sostegno alla economia delle nostre comunità, non chiudendo i rubinetti del credito ma faticando un po’ per continuare a raccogliere denaro per durate congrue e a “prezzi” accettabili. I Soci ed i clienti della Banca di Anghiari e Stia hanno saputo però ben distinguere chi si è comportato correttamente nelle relazioni e hanno premiato il nostro impegno, mantenendo la fiducia con la loro banca di riferimento e continuando a sostenere le nostre iniziative. In questi anni difficili la banca non ha mai smesso di crescere e nonostante qualche esercizio chiuso “in rosso” ha mantenuto un elevato grado di capitalizzazione e indicatori di solidità e patrimonializzazione a livelli superiori a quelli ritenuti sufficienti dalle autorità di vigilanza. Anche se il livello dei crediti “non performing” ha toccato quote ritenute degne di attenzione la svalutazione operata su questi crediti ha fatto sì che gli indicatori di solidità non ne fossero intaccati. Oggi la situazione è di piena sicurezza. La banca presenta indicatori soddisfacenti in ogni settore e può vantare una redditività sufficiente anche se non di totale gradimento per il sottoscritto.”

Direttore, il credito cooperativo è sotto la luce di una riforma del sistema. Secondo Lei, quali saranno i maggiori benefici che si potranno trarre?

“La riforma del Credito Cooperativo ha come obiettivo quello di rendere il sistema sicuro e in grado di autogovernare le eventuali crisi delle banche aderenti ai Gruppi. Per questo l’obbligo di formare gruppi sotto forma di spa (anche se almeno il 60% del capitale deve essere in mano alle BCC) nasce dall’esigenza di consentire ricapitalizzazioni del sistema, qualora necessarie, anche dall’esterno con il coinvolgimento di investitori estranei al gruppo. I benefici maggiori saranno per i Clienti del Credito Cooperativo; gruppi più solidi, meglio strutturati ed attrezzati saranno in grado di offrire prodotti più competitivi e congeniali alla nostra clientela, in grado di competere con i maggiori player del mercato nazionale ed europeo e soprattutto in grado di cogliere le sfide tecnologiche della finanza innovativa e del fintech, che notoriamente necessitano di investimenti milionari che una singola BCC, da sola, non potrebbe mettere in atto. Inoltre le Banche potranno concentrarsi nel “mestiere” a loro più congeniale, quello di sostenere le economie dei territori continuando a servire Soci e clienti con lo stile della relazione diretta.”


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