Assegnato il Premio Nobel per la Pace 2017, all’Ican per la sua lotta alle armi nucleari

Assegnato il Premio Nobel per la Pace 2017, all’Ican per la sua lotta alle armi nucleari

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È stato assegnato all’organizzazione per il bando alle armi nucleari (Ican, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) il Premio Nobel per la Pace 2017. Lo ha annunciato il comitato norvegese del Nobel affermando che con questo premio si vuole riconoscere «il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizioni di queste armi». Stiamo mandando un messaggio a tutti gli Stati in particolare agli Stati nucleari”, ha detto la presidente del comitato norvegese del Nobel, Berit Reiss-Andersen ha spiegato come l’assegnazione all’Ican incarna le «intenzioni di Alfred Nobel» ovvero risponde «a tre criteri del premio: la promozione della fraternità tra le nazioni, l’avanzamento del disarmo e del controllo delle armi e la promozione di congressi di pace». «L’Ican – ha aggiunto Berit Reiss-Andersen – è fortemente impegnata nel raggiungimento del disarmo nucleare» e «ha giocato un ruolo importante». «È ferma convinzione del comitato Nobel – ha riferito – che l’Ican più di ogni altro abbia dato un contributo enorme e un nuovo vigore al progetto di un mondo senza armi nucleari».

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L’ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons) è un’organizzazione non-profit fondata nel 2007 a Vienna che raccogliepiù di 450 organizzazioni (internazionali o nazionali) attive in più di 100 paesi del mondo mira a promuovere la piena applicazione del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, approvato il 7 luglio 2017- l’Onu ha adottato il nuovo trattato per la messa al bando delle armi nucleari, con l’adesione di 122 Paesi. Al mondo ci sono 15 mila armi nucleari, obiettivo della campagna Ican è quello di avviare negoziati per la loro progressiva e definitiva eliminazione Il prossimo sforzo, ha aggiunto, deve “riguardare tutti gli Stati che hanno l’atomica”.

Ne fanno parte la Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà (fondata nel 1915 contro la Prima guerra mondiale), Peace Boat, organizzazione giapponese, e la Norwegian People’s Aid. In Italia aderiscono all’ICAN, tra le altre, Senzatomica e Rete Disarmo. Nella sua campagna l’ICAN è stata sostenuta anche da altri premi Nobel per la Pace, come Desmond Tutu, il Dalai Lama e Jody Williams, pacifista statunitense fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo. Nel novembre del 2012, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon citò l’ICAN per il suo lavoro a favore «di un mondo libero da armi nucleari». La sede che coordina e gestisce la campagna internazionale è a Ginevra, in Svizzera, e la sua direttrice è Beatrice Fihn che ha dichiarato:

E’ un onore difficile da descrivere è un premio importantissimo per coloro che lavorano dal 1945 alla lotta contro le armi nucleari – ha detto -, un tributo ai sopravissuti di Hiroshima e anche alle vittime dei test nucleari che ancora si fanno». Poi il monito al presidente Usa, Donald Trump in relazione alle politiche nei confronti della Corea del Nord: «Non si può minacciare di uccidere milioni di persone con la pretesa della sicurezza. Ci fa vivere -ha detto- in una situazione di insicurezza permanente. È un comportamento inaccettabile che non appoggeremo mai».

E’ la 19esima volta che il Nobel per la Pace va a chi si batte a favore del disarmo.

L’annuncio della scelta di Oslo ha colto tutti di sorpresa, dal momento che l’Ican non era nella rosa ristretta dei favoriti. E fino all’ultimo tutti puntavano alla vittoria dei principali negoziatori dell’accordo sul nucleare con l’Iran, il ministro degli Esteri di Teheran Mohammad Javad Zarif e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza della Ue, Federica Mogherini.

Nel 2013 il Nobel per la Pace era stato assegnato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) e il Comitato lo aveva motivato con «l’impegno a favore dell’eliminazione delle armi e degli arsenali chimici nei vari scenari di guerra in tutto il mondo». Allora l’Opac stava supervisionando lo smantellamento delle armi chimiche in Siria.

Erano 318 i candidati di quest’anno, di cui 215 persone singole e 103 organizzazioni. Nella storia del premio è il secondo numero di candidati più alto: il record è ancora della scorsa edizione, quando i candidati furono 376. Il premio Nobel per la Pace fu assegnato per la prima volta nel 1901 e andò al francese Frederic Passt, fondatore e presidente della Società d’arbitraggio tra le nazioni, la prima società espressamente creata per il mantenimento della pace.

A differenza di tutti gli altri premi Nobel, il Nobel per la Pace viene consegnato a Oslo, in Norvegia, e non a Stoccolma, in Svezia.

Il comitato che assegna il Nobel ha spiegato che alcuni stati stanno modernizzando i loro arsenali nucleari e che c’è il pericolo che altri paesi cerchino in futuro di procurarsi dispositivi di questo tipo. In passato, attraverso accordi internazionali vincolanti, la comunità internazionale aveva adottato divieti contro le mine antiuomo, contro le bombe a grappolo, contro le armi biologiche e chimiche. Le armi nucleari, «ancora più distruttive» non erano state finora oggetto di una simile proibizione giuridica internazionale: «Attraverso il suo lavoro, ICAN ha contribuito a colmare questo divario giuridico».

Una delegazione di ICAN composta da Ray Acheson, Beatrice Fihn and Tim Wright è stata ricevuta a New York dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. «We implore all nations to join the treaty without delay, lest anyone else ever suffer as they have».Dove è stata espressa la dichiarazione ICAN al Primo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 10 ottobre 2017.

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Ci incontriamo in un momento di grande tensione globale, quando una retorica fiera potrebbe facilmente portarci, inesorabilmente, a un orrore indicibile. Un quarto di secolo dopo la fine della guerra fredda, lo spettro del conflitto nucleare si affaccia ancora una volta. Ogni nazione che promuove armi nucleari come fonte legittima e necessaria di sicurezza sta contribuendo a questa minaccia senza precedenti. E ogni nazione – sia nucleare che armata da nucleari – ha il potere e il dovere di tirarci indietro dalla soglia della catastrofe. Le armi nucleari minacciano la sopravvivenza stessa dell’umanità e di tutto il nostro pianeta vivente. I loro effetti trascendono i confini nazionali e le generazioni di span. Sono immorali, illegittimi e ora – a lungo – illegali. Il Trattato sul divieto delle armi nucleari offre una potente alternativa a un mondo in cui le minacce di distruzione di massa possono dominare. La sua adozione, il 7 luglio – da parte di una grande maggioranza degli Stati membri delle Nazioni Unite – porterà fine a due decenni di stallo nei negoziati multilaterali di disarmo. Essa definisce un percorso in avanti in un momento di allarmante crisi. Se mai ci fosse un momento per le nazioni di dichiarare la loro inequivocabile opposizione alle armi nucleari, quel momento è ora. Applaudiamo coloro che hanno già firmato e ratificato questo accordo storico e invitiamo tutti gli altri a seguire la loro leadership. Certo, alcuni, per ora, continueranno a resistere affermando che le armi nucleari, per loro, sono un mezzo accettabile per la difesa. I passi avanzati di partenza non cominciano mai con un accordo unanime. Siamo tuttavia fiduciosi che, nel corso del tempo, gli atteggiamenti cambieranno, come le norme sancite in questo trattato si tengono. E chiariamo: non è il divieto che ci divide; le armi nucleari ci dividono. Questi strumenti del terrore stanno spezzando la nostra comunità globale, in un momento in cui la cooperazione internazionale per affrontare una moltitudine di grandi sfide è più importante che mai. ICAN condanna fermamente tutte le attività che il trattato di divieto vieta. Questi includono, naturalmente, i test nucleari; la modernizzazione continua degli arsenali nucleari; e minacce esplicite – come abbiamo sentito nelle ultime settimane – utilizzare questi dispositivi abusivi per cancellare intere popolazioni civili. Noi esortiamo quelle poche decine di nazioni qui che sostengono le armi nucleari per riconsiderare le loro posizioni lunghe – per delineare un nuovo corso per l’umanità. Il rifiuto di passi significativi di disarmo per preservare lo status quo precario è sconsiderato e pericoloso. La nostra fortuna, prima o poi, sarà sicuramente esaurita.

Il Trattato sul divieto delle armi nucleari colma un grave divario nel diritto internazionale. Completa la triade dei divieti basati sui trattati sulle armi di distruzione di massa. Offre speranza per un mondo più sicuro e sano. Desideriamo ringraziare tutte quelle delegazioni che ci hanno congratulato per aver ricevuto il premio Nobel per la pace di quest’anno. Speriamo che questo prestigioso premio brillerà sul nuovo trattato ONU e aggiunge un impulso ai nostri sforzi collettivi per assicurare la sua prima entrata in vigore. Invitiamo tutte le nazioni ad unirsi al trattato senza indugio, affinché nessuno possa mai più soffrire.


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