STUDIO UNIVERSAL: HALLOWEEN CON TIM BURTON

“Sono una di quelle persone che hanno avuto la grande fortuna di poter fare questo lavoro.” Tim Burton 

Nel mese dedicato ad Halloween, Studio Universal (Mediaset Premium sul DTT) presenta un omaggio ad un maestro della cinematografia in stile horror: Tim Burton: una rassegna delle sue pellicole più celebri introdotte dallo stesso regista che racconta nella Cinechat a lui dedicata i film che lo hanno ispirato. Ad arricchire la programmazione alcuni dei suoi corti. Da non perdere la maratona sabato 31 ottobre dalle 21.15. 

Sweeney Todd okL’appuntamento è a partire dal 6 ottobre ogni martedì alle 21.15.

Titoli in ordine di trasmissione:

  • 6/10 Cinechat +Beetlejuice – Spiritello Porcello (1988)
  • 13/10        Vincent (corto) + Nightmare Before Christmas (1993)
  • 20/10        Frankenweenie (corto) + La sposa cadavere (2005)
  • 27/10        Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007) 

CINECHAT TIM BURTON

“Mi venne data la possibilità di realizzare animazione e sapevo di non essere molto bravo a farlo ma mi appassionai parecchio e quando si studia in una scuola apposita si impara tutto sulla realizzazione dei film perché si progetta, si disegna, si fanno lo storyboard e le riprese, si piazzano le luci, si recita. In un certo senso l’animazione comprende l’intero processo del fare film. Ed è stata una fortuna iniziare in quel modo.” È Tim Burton che parla nella Cinechat realizzata in esclusiva dalle telecamere del Canale dove il visionario regista  racconta la sua carriera e il suo rapporto con il cinema. “Amo fare i film. Odio tutte quelle riunioni che si fanno prima e tutto quello che succede a film finito…C’è qualcosa in quella bizzarra famigliola di persone che si ritrovano sul set che è carica di emozione e di una grande passione…Non ha più importanza il mondo esterno, il mondo del business. Sei lì per fare il film ed è un’esperienza incorrotta. Nessuno ti può distogliere. A quel punto sei nel tuo mondo e in questo c’è qualcosa di bello, autentico, forte.”

TIM BURTON

Paladino del fantastico e della diversità, Burton nasce a Burbank il 25 agosto 1958. Nel 1976 entra nella California Institute of the arts ed inizia ad occuparsi di Character Animation. In quella scuola Tim incontra Henry Seleck (il regista di The nightmare before Christmas e James and the Giant Peach) con il quale stabilisce fin da subito un sodalizio artistico. In seguito viene assunto come animatore alla Disney, per la quale partecipa a vari progetti tra cui la realizzazione dei personaggi di Red e Toby nemiciamici (1981), anche se le sue idee non sono in linea con le direttive dell’azienda. Nonostante ciò gli viene data l’opportunità di lavorare su progetti propri, così realizza due cortometraggi animati: Vincent (1982, omaggio al suo idolo Vincent Price) e Frankenweenie nel 1984. Con il secondo lungometraggio, Beetlejuice – spiritello porcello (1988) riesce a conquistare pubblico e critica e al film viene assegnato l’Oscar per il miglior trucco, ma è solo il preludio al grande successo che riscuote con la trasposizione cinematografica del celebre personaggio dei fumetti Batman (1989), vincitore dell’Oscar per le migliori scenografie e soprattutto con la favola surreale Edward mani di forbice (1990). Successivamente si dedica a progetti più elaborati come la favola dark Nightmare Before Christmas (1993, da lui scritto e prodotto, ma diretto da Henry Selick) o il biografico Ed Wood (1995) vincitore di due premi Oscar. I successi continuano con, tra gli altri, Mars Attack! (1996) e il remake de Il pianeta delle scimmie (2001) durante le riprese del quale incontra Helena Bonham Carter, sua compagna di vita per 13 anni e dalla quale si è separato nel dicembre del 2014. Il tocco di Burton si esplica, come accade a molti maestri, nei suoi inconfondibili “marchi di fabbrica”: la nevicata che apre o chiude un film, i carrelli o dolly molto articolati, si pensi all’incipit di Batman (1989), Beetlejuice (1988) e a Sleepy hollow (1999), o alla presenza del suo alter ego Johnny Depp. Burton è senza dubbio uno dei più immaginifici e visionari registi contemporanei, capace di girare film dark, cupi ma allo stesso tempo poetici e romantici. Un tema ricorrente è quello del mito del mostro buono e della espulsione dalla società, quest’ultima davvero mostruosa, tema introdotto con Frankenweenie e riverberato anche in Barman (1989), in Batman il ritorno (1992), passando per Edward mani di forbice (1990), e Corpse Bride – La sposa cadavere (2005).


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