SALVATORE COSTA , GIOVANE ATTORE E REGISTA CALABRESE

Parte da un piccolo paesino in provincia di Reggio Calabria, il giovane regista e attore Salvatore Costa. Si avvicina al mondo teatrale sin da liceo e grazie all’influenza del padre, impegnato in una piccola compagnia teatrale amatoriale. Subito dopo il diploma, si trasferisce nella capitale e comincia quindi a frequentare la Link Academy, Accademia Europea di arte drammatica, presso la quale si diplomerà. Inizia una serie di stage che contribuiranno alla sua formazione artistica, in particolare Costa ci tiene a menzionare quello con un grande maestro e pedagogo russo, Vassiliev, tenutosi in una residenza teatrale in Umbria. L’intransigenza e la rigidità di Vassiliev sono state per il giovane attore decisamente tempranti. Parallelamente inizia a lavorare per Eutheca come aiuto regista di Federica Tatulli, alla quale Salvatore Costa deve molto “Mi ha dato molta fiducia sin dall’inizio, affidandomi nel 2010 la regia di un episodio di De Musset intitolato Non si scherza con l’amore , racconta l’attore reggino. salvatore costa
Il suo percorso continua con le esperienze più eterogenee: comincia a dirigere all’estero dei laboratori teatrali estivi per ragazzi dai 14 ai 16 anni, con i quali metterà in scena un suo Sogno di una notte di mezz’estate, di William Shakespeare. A tal proposito Costa confessa : “La mia soddisfazione più grande è stata quella di essere riuscito a coinvolgere ragazzi di varie nazionalità che in principio erano assolutamente estranei al mondo teatrale. Grazie a loro ho anche scoperto una grande passione per la pedagogia.” La curiosità e la voglia di apprendere lo condurranno in Danimarca presso quello che è tutt’oggi un festival di rilevanza mondiale, l’ Odin Week Festival. “Durante questo festival- racconta Costa- artisti e compagnie provenienti da ogni parte del mondo mettono a disposizione di tutti i partecipanti ognuno una propria specifica capacità. Io, per esempio, mi sono trovato ad insegnare la tipica taranta calabrese, ed è stato molto buffo vedere turchi, cinesi e giapponesi intenti ad imparare le parole della canzone in dialetto calabrese”. A tal proposito chiediamo al giovane attore e regista quanto sia differente il rapporto di tutte queste nazioni con l’arte scenica, Costa non si tira indietro e racconta: “ In realtà, l’Italia viene vista ancora oggi come la patria dei grandi attori. Detto ciò, all’estero prendono la professione dell’attore in maniera molto più seria. Ora come ora, in Italia molti si improvvisano attori, all’estero invece sono molto più selettivi, disciplinati, rigidi ed esigenti”.
Al ritorno in Italia continua a lavorare come aiuto regista finché, inaspettatamente, gli viene affidata la messa in scena de Il Ventaglio di C. Goldoni. “La mia fortuna è stata nel cast che avevo scelto, mi hanno sempre supportato pur trovandomi, di fatto, al mio primo grande esperimento. Probabilmente è stato anche merito loro se Il Ventaglio ha riscosso questo grande successo. E’ stata una soddisfazione enorme, soprattutto perché sono riuscito a mettere del mio in uno spettacolo così importante. Stiamo parlando di un testo di Goldoni, un veneto, ed io comunque sono riuscito ad inserirvi qualche piccolo elemento folkloristico calabrese; per me è sempre molto importante rimarcare le mie origini, nonostante io viva a Roma da molti anni sono sempre molto legato alla mia terra”. E sicuramente non dev’essere stato facile abituarsi ad un totale cambio di prospettiva, a lavorare, cioè dietro le quinte di uno spettacolo.

Immagine il ventaglioElogiato dalla critica e dal pubblico, il talentuoso ragazzo reggino è ora alle prese con la scrittura di uno spettacolo che analizzerà il momento storico nel quale eravamo noi italiani ad emigrare, in particolare riprendendo la storia di Sacco e Vanzetti, ingiustamente condannati alla pena di morte.
Noi tutti ci auguriamo di vedere presto Salvatore Costa sul palcoscenico e, perché no, magari anche sul grande schermo.

 

di Maria Beatrice Gallo


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