ALESSANDRO ESSENO: L’ESISTENZA E’ UN SOGNO TRASCENDENTE…

Auditorium Parco della Musica settembre 2011

Intervista esclusiva con il Maestro Alessandro Esseno, pianista e compositore tra i più interessanti della sua generazione a livello internazionale. Personaggio schivo e solitario, ha parlato con noi di esoterismo, di fisica quantistica, dell’Italia di oggi e più in generale del mondo, ma anche di speranza. Temi contenuti nel suo nuovo album di prossima uscita dal titolo “La legge del continuo mutamento”. Lo abbiamo incontrato a Roma-

Maestro, il suo è un percorso artistico esemplare e al tempo stesso atipico. Una produzione vastissima con brani per il suo strumento, il pianoforte, strutture sinfoniche, esperimenti con strumenti tibetani o con i canti delle balene.. Per non dire dei suoi numerosi album, proiezioni trasversali tra Rock post-moderno, Jazz estremo o ricostruzioni di sonorità quasi preistoriche.. La musica riesce ancora a sorprenderla?

“Di tanto in tanto si. Soprattutto attraverso concatenazioni armoniche molto semplici, simili a fiocchi di neve o granelli di sabbia.. In oltre trent’anni di attività con suoni e rumori, che tutti noi per comodità di linguaggio definiamo musica, ho scoperto che le grandi emozioni della nostra vita possono nascondersi ed essere “congelate” all’interno di strutture semplicissime come foglie o conchiglie.. Quando mi capita di venire in contatto con queste realtà incontaminate e purissime, avverto un senso di commozione affiorare dalle profondità del mio spirito..”.

Foto promozionale 2013

Una cosa affascinante e bellissima. Come riesce poi a trasformare queste esperienze in musica? Ho letto del metodo compositivo da lei elaborato definito “Ipno-ancestrale”. Di che cosa si tratta?

“E’ un processo quasi interminabile.. Si figuri che per i miei ultimi dischi sono serviti circa quindici anni di tempo, tra stesure, arrangiamenti e registrazioni. Quantità di tempo spropositate di cui ho utilizzato ogni prezioso secondo.. Quando arriva l’emozione, questa può essere fissata su disco soltanto in una modalità, sebbene all’inizio ce ne siano a disposizione migliaia.. Le prove per arrivare al risultato finale sono talmente tante da sembrare senza fine. Il risultato finale mi ripaga però sempre di ogni tipo di sacrificio sia fisico che mentale. Ancora oggi la musica rimane la mia gioia più grande. Per quanto riguarda il mio metodo compositivo posso dirle brevemente che a differenza di altri, come il contrappunto o la dodecafonia, il mio metodo si basa sui rapporti tra le frequenze sonore anzichè tra gli intervalli. Ho raccolto tutto questo in un libro che con mia grande sorpresa (essendo un argomento certamente non facile), stà suscitando curiosità e interesse soprattutto da parte dei giovani..”.

Il suo ultimo disco “Pictures”era un album di solo pianoforte. Il prossimo se non sbaglio vede la presenza di molti strumenti. Che tipo di disco è? Il titolo fà presagire argomenti di grande profondità intellettuale..

“E’ uno dei miei dischi migliori (si dice sempre così..), con cose molto diverse unite insieme dal sentimento dell’amore universale. Quello che accomuna a mio modesto avviso ogni creatura vivente. Mi rendo conto che non tutti possono essere d’accordo, soprattutto per chi non possiede il senso innato della trascendenza, ma per me è così. Ho avvertito la necessità di affontare questo tipo di argomenti certamente non facili attraverso la musica. In definitiva si riduce tutto ad un fatto di sensibilità, che si estende poi a tutti i settori della società. Così in questo disco affronto temi come l’alienazione, l’iperconsumismo che domina le nostre vite dalla mattina alla sera, la frustrazione delle giovani generazioni che non riescono praticamente a fare nulla purtroppo (tranne rare eccezioni per fortuna), dove molti poi si rifugiano nelle droghe o nel bere. Ma anche la speranza in un mondo diverso da questo, che prima o poi dovrà arrivare. Una nuova consapevolezza da parte degli esseri umani che un giorno, loro malgrado, dovranno accettare il fatto di essere una comunità, una famiglia allargata magari con usi e costumi agli antipodi, ma sempre una famiglia..”.

Foto promozionale Pictures 2011Cosa pensa di quello che stà capitando in Italia e nel mondo, sia come artista che come uomo..

“E’ un momento di buio profondo, sia per il nostro paese che per il mondo intero. Siamo nella parte più bassa del cerchio. La notizia incoraggiante e che arrivati a questo punto si può soltanto risalire, è quasi una legge entropica. Sono convinto che il carburante per ritornare a vedere la luce del sole, verrà fornito dalle nuove generazioni come è già successo in passato. I giovani dovranno trovare la forza di staccarsi da tutta la tecnologia che li opprime e li condiziona, e fare un balzo in avanti a costo di rischiare il tutto per tutto. Arriveranno poi dei leader in grado di far capire in maniera chiara le cose che debbono essere fatte, nella politica, nell’arte, per l’ambiente, arrivati al punto in cui siamo già seriamente compromesso. Questa è la nostra speranza”.

Cosa pensa della musica che si ascolta in questo periodo? Intendo generi come l’Hi-Pop.. Quali sono le differenze fondamentali con la musica dei decenni passati secondo lei?

“In passato i musicisti soprattutto quelli anglosassoni potevano sperimentare in ogni direzione, e questo ha prodotto delle cose interessanti che possiamo ascoltare ancora oggi tanto erano avanti. Al giorno d’oggi questo non è più possibile per una serie di motivi. I Talent Show o i vari X Factor internazionali o nostrani, sono la prova che la musica è diventata un ingrediente all’interno di trasmissioni televisive, e non la cosa più importante.. Non credo che da questo tipo di trasmissioni possano venire fuori in futuro i nuovi Who o Pink Floyd o il nuovo Bob Dylan.. E questo certamente non è incoraggiante. A lungo andare la qualità ne risente. Il pubblico viceversa è talmente assuefatto che se anche arrivasse il nuovo Jimi Hendrix non se ne accorgerebbe nemmeno..”.

Ho saputo che oltre a Vasco Rossi, che si era interessato personalmente alla sua musica, ha ricevuto apprezzamenti lusinghieri anche da personaggi di caratura internazionale come Carla Bruni e Sting. Cosa può dirmi in merito?

“Per quanto riguarda Carla Bruni, mi sono permesso di fagli sapere che sarei stato a sua totale disposizione per dei concerti di beneficenza in favore dei bambini africani malati di Aids. Lei è stata molto gentile nel rispondermi in merito. Non credo ne abbiano fatti fino a questo momento. Quando succederà sono certo non mancherà di contattarmi. Sting invece lo avevo conosciuto nel 1986 a Sanremo. In quell’occasione parlammo di Carl Gustav Jung e della teoria della Sincronicità. Dopo l’invio del mio disco di pianoforte “Pictures” mi ha risposto ringraziandomi con una nota di apprezzamento alla mia musica, e certamente la cosa mi ha fatto un piacere immenso. Considero Sting un grande artista da tutti i punti di vista, e il suo disco “The Soul Cages” uno dei dischi più belli degli anni 90′, profondo e spirituale”.

Potremo assistere ad un suo concerto prossimamente?..

“Il mio approccio con i concerti dal vivo si stà evolvendo. Se le occasioni non sono come io e il mio team le intendiamo, non ha molto senso fare dei concerti tanto per farli, magari in luoghi sbagliati o con un pubblico distratto. L’occasione non è comunque così lontana nel tempo, diciamo tra qualche mese a partire da questo momento..”.

 


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