POETI: VITALI,OTTANT’ANNI IN POESIA

 

Compleanno dei “bilanci” per il grande poeta ravennate. Fra traguardi e tanta strada ancora da percorrere.

 

 foto vitali 1

Eugenio Vitali, il ravennate passato alla storia della poesia per il Libro da Affissione ha festeggiato nei mesi scorsi una data importante: gli ottant’anni.

La carriera di Vitali è ricca di tappe. Ha vinto il Premio “Dino Campana” per Concerto Atomico, con Testata d’Angolo il “Moncalieri” e due anni fa si è piazzato secondo al “Mario Luzi”. Ha raccolto i consensi della critica di rango, dal Barberi Squarotti a Paolo Ruffilli, da Nevio Spadoni a Gino Ruozi, da Maria Luisa Spaziani a Roberto Roversi.

Tradotto in Francia, Inghilterra, Germania e Polonia, Vitali nel 2011 uscì anche a Praga da Balt-East con la raccolta, Postav se na breth, curata dall’amico Zdenek Frybort, il traduttore in ceco de Il nome della Rosa.

 Vitali, quanti libri ha scritto nel suo lungo cammino poetico?

“Ne ho scritti quattordici. Una nuova raccolta uscirà a fine anno”.

 Due anni fa, il suo Cantai la vita è stato pubblicato nell’Almanacco dello Specchio di Mondadori, un alto riconoscimento alla sua carriera.

“O piuttosto un riconoscimento alla poesia tout court. Sono sempre stato lontano dai protagonismi. La poesia è universale, i successi che arrivano appartengono a lei, non a me”.

 Lei era legato da un affetto che potremmo definire fraterno a due grandissimi poeti, Maria Luisa Spaziani e Roberto Roversi che purtroppo non sono più fra noi. Ci regali un loro ricordo.

“Quando Maria Luisa da Roma veniva a Ravenna andavamo a passeggiare sul Canale di Porto Corsini… Le ricordava il “suo” Montale. Con Roversi ci vedevamo a Bologna alla Palmaverde, la sua libreria antiquaria in Via Castiglione: un luogo quasi magico con incontri densi dove le parole andavano oltre le cose, oltre l’attimo.

 Vitali, lei ha un volto quasi da ragazzo. Sono le poesie ad avere questo effetto benefico?

“In effetti questi anni non me li sento. Un amico e poeta torinese, Loris Maria Marchetti li ha definiti “i miei quattro volte vent’anni”. Mettiamola che è merito della poesia…”.

 La domanda è irrinunciabile. Sogni nel cassetto?

“Tanti sogni e tanti cassetti. Con la consapevolezza che il tempo ha le sue ragioni e che si impone un cambio di velocità. Ma il cassetto più importante è quello degli affetti. Da tre anni sono nonno di Lucia e Serena, due gemelline. Sono loro il sogno più bello. Loro la vera poesia della vita”.

 


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