Come ogni anno, nel mese di gennaio si registra il picco del virus influenzale e, puntualmente, si ripresenta il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso. Va chiarito, ricorda Mario Balzanelli, Presidente Nazionale del SIS 118, che il Sistema dell’Emergenza non ha solo una parte territoriale, quella rappresentata dal 118, ma anche una parte ospedaliera. Il 118 è chiamato ad intensificare la sua azione di filtro e di appropriatezza nella definizione ed attuazione dei percorsi della centralizzazione sul DEA Il vincolo della tempo dipendenza è ormai necessità globale del Sistema dell’Emergenza, e non riguarda solo il 118. Non possiamo, infatti, immaginare una gestione nazionale dell’emergenza a due velocità, quella territoriale, che corre – per obbligo di legge – con il cronometro tra le mani, e quella ospedaliera di “area critica”, che ha, obiettivamente, non certo per demerito degli operatori, che vi profondono il massimo e più qualificato impegno, tempi gestionali complessivi assai più dilazionati. E’ innanzitutto da considerare, nell’ottica di una politica sanitaria moderna “di qualità”, che sia giunto il tempo di “correre” tutti, fuori e dentro l’ospedale, e di farlo bene. Vanno, infatti, contestualmente, verificati, a livello nazionale, regionale e locale, i criteri di reale adeguatezza al ruolo dei DEA II, quali percentuali appropriate di posti letto riservati per acuti, spazi dedicati, organici medico – infermieristici effettivi, servizi specialistici afferenti, attrezzature disponibili, percorsi gestionali intraospedalieri definiti e condivisi. Ho avuto modo, a più riprese, sia a livello aziendale, che regionale, che nazionale di fornire i miei contributi, e quelli della Società Italiana dei Sistemi 118 (SIS 118),di analisi e proposta tecnica, in merito alla questione del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, in particolare dei DEA II. Ora spetta alla politica cambiare le regole del gioco.