ATTENZIONE Giornalismo PERICOLO di MORTE

Ogni 4 giorni viene assassinato un giornalista; ma  purtroppo rimane un delitto impunito.

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Il 2 Novembre , dal 2013 con l’uccisione di due giornalisti francesi, Ghislaine Dupont e Claude Verlon, ammazzati mentre lavoravano in Mali,le Nazioni Unite hanno  voluto istituire in concomitanza con il giorno  che si commemorano tutti i cari defunti , la  giornata mondiale contro l’impunità per i crimini contro i giornalisti: ricorrendo l’anniversario di questo triste evento.

Nella Giornata mondiale contro l’impunità per i crimini contro i cronisti, l’organizzazione delle Nazioni Unite pubblica i primi dati del report globale sulla libertà d’espressione. Quella che emerge è una situazione drammatica, fatta di  mendacità ,assassinii e impunità.

Una battaglia, quella contro l’impunità, necessaria e urgente: Come riporta uno studio dell’Unesco i numeri parlano di una situazione a dir poco preoccupante., negli ultimi undici anni  più di 900 giornalisti sono stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. Di questi, più di 100 sono stati uccisi nel 2016. Una media impressionante: ogni quattro giorni un giornalista viene assassinato. A questa cifra si aggiunge il fatto che, in nove casi su dieci, chi commette  questo assassinio rimane impunito.

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«L’impunità spesso porta a nuove uccisioni e ciò rappresenta un tremendo segnale di crisi dei sistemi giudiziari, dello Stato di diritto e della democrazia» afferma ,il  vicedirettore generale dell’Unesco per la Comunicazione e l’Informazione Frank La Rue. Secondo quanto emerge dal World Trends in Freedom of Expression and Media Development: Global Report 2017/2018 pubblicato dall’organizzazione delle Nazioni Unite, la maggior parte degli uccisi nel 2016 (94%) erano giornalisti locali che pubblicavano notizie riguardanti il loro territorio. Metà degli assassinii (50%) è avvenuta in paesi dove non vi era conflitto armato. Nel 2015 tale percentuale era del 47%. Negli ultimi dieci anni è raddoppiata anche la percentuale di donne giornaliste uccise, che dal 5% del 2006 al 10% nel 2016. Le donne continuano ad essere destinatarie di attacchi specifici, tra i quali anche le molestie online.

Su aggressioni e impunità, l’Italia non fa eccezione. Nel nostro paese solo l’1 per cento dei giornalisti minacciati ottiene giustizia. «L’impunità per chi ostacola il lavoro di un giornalista è quasi assoluta. Il 99% di chi prova a impedire – con minacce fisiche o avvertimenti o, ancora, con l’uso scellerato del ricorso alle vie legali – agli operatori dell’informazione di svolgere il proprio lavoro resta impunito» denuncia la Onlus Ossigeno per l’Informazione. Nei primi nove mesi del 2017, sono stati minacciati 256 giornalisti: quasi uno al giorno. Un numero comunque inferiore alla vera entità del problema: «Secondo le stime di Ossigeno, esposte nel Rapporto 2011, dietro ogni intimidazione documentata dall’Osservatorio almeno altre dieci restano ignote perché le vittime non hanno la forza di renderle pubbliche».

«In Italia sono troppi i giornalisti costretti a vivere sotto scorta, e un’altra legislatura rischia di concludersi senza che siano state varate norme atte a scoraggiare le querele e le cause civili contro la libera informazione» ha scritto la presidente della Camera Laura Boldrini in un comunicato letto il 23 ottobre 2017 in occasione del convegno al Senato “Giornalisti minacciati, colpevoli impuniti”. «Alle istituzioni spetta il compito di tutelare più efficacemente il prezioso lavoro di denuncia del giornalismo di inchiesta. Vale a livello europeo e internazionale, ma vale anche a livello nazionale».

In occasione della Giornata delle Nazioni Unite per porre fine all’impunità per i crimini contro gli operatori dei media, la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) lancia la campagna #EndImpunity. Quest’anno durerà tre settimane giorni, dal 2 al 23 novembre. «La campagna 2017 si svolge in concomitanza con l’ottava commemorazione del massacro di Maguindanao, nelle Filippine, costato la vita a trentadue giornalisti» spiega la Ifj «chiediamo il rafforzamento del quadro giuridico internazionale e dei meccanismi nazionali di protezione per garantire una maggiore sicurezza agli operatori dei media». La campagna dell’Ifj si concentra sui sette Paesi in cui è più alto il numero di violenze contro i giornalisti: Messico, Pakistan, Afghanistan, Iraq, Yemen, Somalia e Ucraina.

E per non dimenticare la Giornalista  Daphne Galizia uccisa ,facendo esplodere la sua auto a Malta.


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