Gino Magurno: anche io “Preferisco Rovazzi”

gino magurno 1

Da produttore a compositore e poi alla fine in prima linea a fare un ricamo tra denuncia e irriverente rivoluzione. Gino Magurno, già a lavoro con la Bertè, Bennato e tanti altri, oggi realizza un disco tutto suo che vedrà la luce a Settembre. Il lancio è di questi giorni con un brano che troverete in rete. Una fattura volutamente amatoriale ed un titolo che non lascia scampo: “Preferisco Rovazzi”. Non una comoda voglia di lisciare il pelo alle istituzioni e ai vertici, neanche la ricerca di una facile visibilità. Piuttosto un brano dissacrante che non la manda a dire. Senza peli sulla lingua eccovi uno spaccato reale di quella che è la realtà discografica e culturale di oggi. E in tutta questa proposta di dubbio gusto e peso qualitativo, spunta un artista che, allineando il linguaggio, sa come restituire messaggi importante. Dietro tutto questo la produzione di Luigi Piergiovanni e della INTERBEAT che da tanti anni ormai ha sposato questa contro-cultura anti estetica e anti-istituzionale. Non il bello da vedere ma il vero da sentire, senza lustrini e finte luci di scena. L’intervista:

Da produttore, autore a cantautore in prima persona. Cosa ti spinge a metterti in gioco in questo modo?
Sicuramente la voglia di dire quello che penso senza filtri, cosa che non sempre è possibile quando si scrive per altri artisti. Devo dire che ho avuto la fortuna di essere stato incoraggiato da Luigi Piergiovanni della Interbeat, un discofrafico incurante delle cosiddette regole del mercato.

Che poi le tematiche di questo singolo sono decisamene ricche di spunti sociali
Spero che sia uno spunto per accendere un riflettore sulla parola “alternativo” che credo stia perdendo di significato, non solo nella musica. Oggi si tende ad uniformare tutto, ad imitarsi reciprocamente, in tutti i campi. Solo ciò che è istituzionale viene preso in considerazione dai media e i giovani credono che quella sia la strada da seguire. Una volta il concerto del 1 maggio a piazza San Giovanni era l’esempio della musica alternativa, ora è diventato un continuo di Sanremo. Tranne quache gruppo che fa musica popolare e qualche amico dei sindacati, per il resto è diventata una vetrina per gli artisti che hanno fatto Sanremo e stanno in promozione.

Perchè proprio Rovazzi?
Perché è autoironico, a differenza di tanti artisti, anche alle prime armi, che si prendono troppo sul serio, lui è fuori dalla mischia e questo mi piace. Credo che sia un ragazzo pieno di idee ed intelligente, non bara, lo vedo autentico, è lui il vero alternativo.

E poi i riferimenti alla scena indie italiana sono spietati…come mai questo accanimento?
Non è accanimento, è una semplice analisi, ovviamente dal mio punto di vista. Molte etichette indie hanno perso l’identità, combattono le major con le loro stesse armi, cioè con musica “radiofonica”. Invece la musica indie ha senso se si contrappone a quella “ufficiale”
A volte mi incuriosiscono gruppi per il loro nome, li vado ad ascoltare e mi sembra di riascoltare i Collage o i Romans. Per carità niente contro questi artisti, hanno firmato successi, ma erano gruppi pop, mica si proponevano come gruppi alternativi. Gli artisti nascenti dovrebbero spegnare i media ufficiali per non cadere nella trappola di cercare di imitare quello che “funziona” per una stagione. Più si crea qualcosa di inizialmente ostico, più vuol dire che si è sulla strada giusta, cioè si sta costruendo qualcosa di nuovo che potrebbe resistere al tempo Se penso alla Pfm, al Banco, Osanna, Napoli Centrale, Alma Megretta, 99 posse, Subsonica, Blu Vertigo, Sud Sound System e tanti altri, al confronto i gruppi di oggi scompaiono. Sia chiaro, non ce l’ho con la musica pop, ne ho fatta, ne faccio e ne farò, l’importante è non etichettarla per quello che non è.

In rete c’è un video assai amatoriale. Ed è volutamente amatoriale vero? Come mai?
Perché non voglio prendermi sul serio, per i motivi che ho detto prima. Ci siamo divertiti tantissimo a girare il video e spesso rivedendolo mi viene da ridere. Ecco, con Preferisco Rovazzi vorrei lanciare una pietra nello stagno ma non mi va di “ammorbare”

Chiudiamo con l’ultima domanda istituzionale: a Settembre il disco. Un concept album sociale?
Mi diverto a parlare senza peli sulla lingua di musica, politica, religione, ingiustizie sociali, di radio che fanno il bello e il cattivo tempo mortificando il ruolo dei discografici. Tutto ciò racconrato ovviamente con …….Veemenza senile!


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