Intervista al poliedrico Edoardo Baietti

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Ha appena 22 anni ma già ne vanta 17 di onorata carriera. Si tratta di Edoardo Baietti, giovane attore e giornalista piacentino, reduce dal successo de “Il Caso Majorana Show”, lo spettacolo supervisionato da Gigi Proietti che ha conquistato il Teatro Michelangelo di Modena. Ora Edoardo è protagonista de “Il programma del secolo”, il talk condotto da Michele La Ginestra su Tv2000.
La sua storia, tutto sommato, è molto particolare. Dopo un boom di notorietà nel decennio 2000-2009, dove Edoardo ha perso parte (e con ruoli di rilievo) in moltissime pellicole di grande successo, recitando al fianco di attori del calibro di Lino Banfi, Alessandro Gassmann, Alessio Boni, Sergio Rubini e Claudio Amendola, è recentemente tornato sugli schermi come commentatore senza peli sulla lingua.
La sua prima esperienza attoriale da protagonista si registra ne “Il destino ha quattro zampe”, dove Edoardo affiancava Lino Banfi per l’intera durata del film.

Lino Banfi Edoardo Baietti
Ma, oltre al settore artistico, il settore dove Edoardo è emerso proprio negli ultimi mesi è appunto quello dell’ ”opinionismo” televisivo. Come opinionista dell’attuale stagione di Forum, dove Edoardo si è distinto per i suoi interventi in larga parte scioccanti e grotteschi, e nelle sei puntate del format in prima serata “Il programma del secolo”. Proprio in quest’ultima occasione, il particolarissimo stile di comicità di Edoardo ha decretato il suo successo sulla rete TV2000. Il suo gioco è quello di far coincidere una straordinaria seriosità mimica con inaspettati (e talvolta crudi) siparietti di assurdità verbale, ammettendo pubblicamente le sue particolari attitudini di vita, dalla filosofia dell’eterno corteggiamento alla volontà di eliminare le relazioni conviviali passando per il resoconto di suoi improbabili (ma a quanto sembra veritieri) episodi di vita.

il programma del secolo

Ma Edoardo non è solo questo. Fino a pochi mesi fa si occupava di cronaca nera per diverse testate giornalistiche dell’area a Sud di Roma, ed ora è anche direttore di un quotidiano, “L’Intransigente”. Come se non bastasse, conosce cinque lingue tra cui il cinese a livello intermedio, è già laureato in Scienze della Formazione ed è vicino al conseguimento del secondo titolo in Filosofia.

Per iniziare ci piacerebbe sapere come hai iniziato questo percorso, le sensazioni che hai provato…

Ho iniziato il mio cammino quando avevo appena cinque anni, pensandolo esclusivamente come un gioco. La mia fortuna, già a quei tempi, era la dialettica. Riuscivo a conversare su una buona gamma di argomenti, e questo colpiva molto i casting director. Dopo pochissimi provini, ecco spuntare il primo ruolo importante: Chiambretti piccolo ne “Ogni lasciato è perso”. A distanza di qualche mese, già ero nel cast di Casa Famiglia, la serie capitanata da Massimo Dapporto (come protagonista di puntata nella prima stagione e come personaggio fisso nella seconda).

E poi hai proseguito con ruoli di primo piano sul piccolo e grande schermo…

Con una buona dose di fortuna, non ho mai smesso di lavorare come attore di cinema e tv per i dieci anni successivi. Tra i film più importanti, anche “Commediasexi”, dove interpretavo il figlio di Sergio Rubini.

Ma qual è stato il ruolo che ti ha dato più successo?

Sicuramente “Quelli dell’intervallo”, la serie tv targata Disney Channel che mi ha visto coinvolto per ben cinque stagioni, dal 2006 al 2009. Un ruolo complesso, quello antagonistico di Spiffy, sagace e perfido studente della scuola media Manzoni, sempre pronto a fare la spia al preside dell’istituto. Un personaggio che, soprattutto tra il pubblico giovane, mi ha dato un’enorme notorietà. Ricordo che nel periodo delle registrazioni addirittura non potevo andare al mare perché ero assalito da orde di ragazzini ammiratori della serie, forse la più amata tra tutte le produzioni Disney nostrane.

E per quanto riguarda il teatro?

Sherlock-Barman

La scena teatrale non mi ha mai abbandonato, e continuo a percorrerla anche oggi, esibendomi sui palchi della Capitale e, in varie occasioni, anche in trasferta, com’è capitato di recente con “Il Caso Majorana Show”. Come formazione, peraltro, sono allievo della Scuola Ribalte del Maestro Garinei. Impegni permettendo, mi dedico spesso anche all’allestimento di miei spettacoli, che poi porto in trasferta nell’area a sud di Roma.

Le recenti attività da opinionista ti hanno permesso di emergere sia nel “Forum” di Barbara Palombelli sia nel “Programma del secolo” di Michele La Ginestra. Perché questo tipo di settore lavorativo ti interessa tanto?

In generale, perché mi piace molto litigare. Ma farlo per strada potrebbe rivelarsi rischioso per la mia incolumità, e quindi devo approfittare del piccolo schermo. Quando ho iniziato la stagione di Forum, ho puntato molto sullo stile “aggressivo”, ma pian piano mi sono reso conto di trovarmi molto più a mio agio con interventi di tipo grottesco. Il segreto del successo in termini di risate è la mia totale assenza di volontà di far ridere il pubblico. Semplicemente, parlo di me, ma a quanto pare tutto risulta abbastanza divertente, come quando ho rivelato di aver creato un finto profilo Facebook per conquistare una ragazza.

E per quanto riguarda tutto il resto?

Oltre all’attività artistica, sono giornalista e parlo cinque lingue (una è l’italiano, ma dire cinque è più d’impatto) tra cui il cinese ad un livello intermedio. Le mie grandi passioni però, insieme alla recitazione, sono la filosofia e la psicoanalisi freudiana. Come ultima “carica”, sono stato nominato pochi giorni fa direttore della succursale italiana della Callidus High IQ Society, associazione statunitense che si dedica alla promozione dell’intelligenza umana per scopi etici e sociali.


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